15 dicembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica III di Avvento - 16 dicembre 2012

Vangelo: Lc. 3,10-18

Ogni istruzione ha a che fare con l’attaccamento alle cose di questo mondo; l’insegnamento delle buone opere deve precedere il Battesimo. Luca, il medico, tramite la predicazione di Giovanni applica un rimedio ad ogni malattia mostrata dalla folla, dai pubblicani e dai soldati. Dare all’altro una delle due tuniche fa sì che non serviamo due padroni. Per i pubblicani significa non prendere più di quanto è loro dovuto; se esigono più di quanto è stabilito dalla Legge peccano contro lo Spirito Santo; questa esortazione riguarda anche gli esattori cristiani che non devono approfittare della loro posizione per arricchirsi. I soldati non devono usare il potere derivante dal loro ufficio per estorcere o usare violenza verso l’altro, anche se, parlandone qui, Giovanni mostra di approvare il servizio militare. La risposta data ai soldati si applica anche a tutti coloro che si trovano alle dipendenze dello Stato. L’espressione fondamentale della Legge dell’Antico Testamento è di essere misericordiosi come lo è il Padre, compiendo quelle opere di misericordia richieste a tutti noi. S.Luca ci informa che il popolo si chiedeva se Giovanni era il Cristo, il Battista non è lo sposo, ma l’amico dello sposo. Quale rappresentante dei Giudei, Giovanni non è degno di sciogliere il legaccio ai sandali di Gesù, è suo compito prepararGli, a Lui che è il Cristo, la via; egli battezza con acqua mentre Gesù battezza in Spirito Santo e fuoco, come accadde nella Pentecoste. Il richiamo di Giovanni si conclude con l’avvertimento ai suoi ascoltatori che Dio tornerà come giudice per separare coloro che portano frutto da quelli che sono sterili. S.Luca afferma che Giovanni ha insegnato tante altre cose, il Suo Vangelo, infatti, ci ricorda molti di questi insegnamenti.
(S.Cirillo di Alessandria, Origene, S.Massimo di Torino, S.Agostino, S.Ambrogio, S.Gregorio Magno, S.Cirillo di Gerusalemme)

Ricordiamo:

Domenica 16 dicembre: Ore 18.30 Novena solenne in preparazione al S.Natale, breve catechesi,
canto del “Missus” e Benedizione Eucaristica.

Da Lunedì 17 a Venerdì 21 dicembre compresi: Ore 07.00 s. Messa dell’”Aurora”.
Ore 18.30 Novena solenne in preparazione al S.Natale

Sabato 22 dicembre: Ore 17.30 S.Messa d’orario (assolve il precetto festivo)
Ore 18.30 Novena solenne in preparazione al S.Natale
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino (assolve il precetto festivo)

SalutandoVi, paternamente Vi benedico.

Don Stefano Canonico

09 dicembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica II° di Avvento - 9 dicembre 2012


Vangelo: Lc. 3,1-6

Ponendo la sua narrazione in un contesto storico che è romano e giudaico, Luca sottolinea che la Parola di Dio che scende su Giovanni fra re e sacerdoti è un evento significativo nella storia del mondo e nella storia della salvezza. La Chiesa è riunita dal Verbo nel deserto. Giordano significa “discesa” perché il fiume di Dio discende da Cristo per il battesimo, Giovanni scende il Giordano predicando un battesimo di penitenza che ci porta al perdono dei peccati. La fede in Cristo è la forma più alta del pentimento ed il battesimo di Giovanni introduceva il popolo in una catechesi preparatoria, preparare la via del Signore equivale a produrre frutti di pentimento e dunque a essere pronti ad accogliere Cristo. La via del Signore è la via della catechesi, la via della vita nella persona e nelle opere del Messìa, Gesù, una via che non è “letterale”, ma che si trova nel cuore. Il linguaggio vivo di Is.40 ci annuncia che preparare questa strada significa affrontare una drammatico cambiamento nella topografia di Israele, segnala un rivolgimento nella creazione caduta, perché ora tutto vedrà la salvezza nella venuta di Gesù e nessuna barriera, neppure fisica, potrà impedire il dirompere della verità di Dio (S. Gregorio Magno, S.Ambrogio, Origene, S.Cirillo d’Alessandria, S.Giovanni Crisostomo, Prudenzio).

Per l’entrante settimana ricordiamo:

Domenica 9 dicembre: SS. Messe ore 09.00-11.00-17.30
Alla S.Messa delle ore 17.30 celebrata in latino sarà presente la Corale
parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì che eseguirà la Cantata per l’Avvento
“Nun komm der Heiden Heiland” (vieni o Salvatore dei pagani) – Bwv 61 di
J.S.Bach
Soprano: Ingrid Iellenz, Tenore: Stefano Speranzon, Basso: Sikai Lai, Organo Mauro Macrì
Ore 18.30 S.Rosario,breve catechesi, canto del “Missus” e Benedizione
Eucaristica.
Saranno presenti il tenore Raffaele Prestinenzi ed il baritono Tiziano Vojtissek.

Da Lunedì 10 dicembre a Venerdi 14 dicembre compresi alle ore 07.00 continua la celebrazione delle SS.Messe dell’”Aurora”.

Martedì 12 dicembre: Festa della Madonna di Guadalupe.
Al termine della S.Messa venerazione dell’effigie della S.Vergine
solennemente esposta per l’occasione in chiesa.

Venerdì 14 dicembre: ore 18.30 Concerto natalizio della Corale parrocchiale.
Maestro direttore: Elìa Macrì
Verranno eseguiti brani per coro, soli ed organo di J.S. Bach, G.Verdi, F.Mendelssohn e E.Grieg. Saranno inoltre eseguite alcune “Pastorali” per organo.
Il concerto vuole essere anche un omaggio a Mons. Guido Pozzo Elemosiniere Segreto di Sua Santità

Sabato 15 dicembre: Ore 11.30 inizio della Solenne Novena in preparazione al S.Natale.

La S.Messa delle ore 17.30 OGGI è SOSPESA

Ore 18.30 Solenne Pontificale al Faldistorio in latino secondo il Rito Romano
antico (detto di “S.Pio V”) celebrato da S.E. Rev.ma Mons. Guido Pozzo
Arcivescovo Titolare di Civita di Bagnoregio, Elemosiniere Segreto di
Sua Santità (Assolve il precetto festivo)
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì che eseguirà in polifonia l’”Ecce Sacerdos Magnus” e l’ordinario della S.Messa (A.Lotti 1666-1740); il Proprium sarà eseguito in gregoriano

In occasione della solenne S.Messa Pontificale celebrata da Mons. Guido Pozzo ci sembra opportuno offrirgli a nome di tutta la parrocchia, un dono come attestazione di stima e riconoscenza nonché di affetto nei suoi confronti.
Chi perciò desiderasse contribuire con un’offerta è gentilmente pregato di rivolgersi al parroco. Grazie.

Affettuosamente tutti saluto e benedico.

Don Stefano Canonico

02 dicembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica I° di Avvento - 2 dicembre 2012

Con questa domenica inizia il nuovo Anno Liturgico, l’Anno della Chiesa.
L’Avvento è un tempo di penitenza e di preparazione alla Festa del Santo Natale: la sua origine risale al IV secolo. Anticamente era considerato come una seconda Quaresima, sebbene meno rigorosa.Sembra sia stato il papa S.Gregorio Magno, verso la fine del VI secolo ad estendere a tutta la Chiesa tale osservanza già praticata in molti luoghi. La sua durata nei secoli VII-IX venne fissata a quattro settimane, forse a significare i quattromila anni che, secondo il computo antico trascorsero dalla creazione del mondo alla venuta del Messia.
Carattere dell’Avvento è la penitenza e la tristezza temperata però e ravvivata dal lieto annuncio della prossima liberazione: e la Chiesa ad esprimere sensibilmente questo concetto usa nelle sacre funzioni il colore violaceo e sopprime nella S.Messa la recita del “Gloria” ma continua a far sentire il gioioso “Alleluia”.
Misticamente l’Avvento vuol significare la venuta di Gesù Cristo:
1) nel mondo secondo la carne
2) nelle anime per mezzo della grazia
3) alla fine dei secoli in gloria e maestà per giudicare i vivi e i morti
Questo triplice avvenimento è ricordato sovente nella liturgia di questo Tempo liturgico attraverso le infuocate parole dei Patriarchi e dei Profeti che lo preannunciarono. Per cui l’Avvento si può anche definire trepidante attesa del Salvatore.


Durante l’entrante settimana festeggeremo con grande solennità ed affetto la Festa dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, sabato prossimo 8 dicembre (è festa di precetto). Per questa occasione verranno allestite le solenni luminarie con le quali si era soliti onorare la Madre di Dio, la piena di grazie, la splendida Aurora di Luce.

Questa festa trae la sua origine dai monaci d’Oriente (VIII sec), quindi sempre per opera di monaci passò, attraverso l’Italia meridionale, prima in Normandia ed Inghilterra e poi in tutto l’Occidente. In origine si celebrò una Festa della Concezione della Vergine Maria, e solo nel corso dei secoli se ne formò una festa dell’Immacolata Concezione, e precisamente sotto Paolo V (1605-1621), a propagare la quale ai Benedettini si adoperarono efficacemente i Francescani, i Cistercensi ed i Carmelitani. Sisto IV, con bolla del 27 febbraio del 1477 riconosceva ufficialmente la Festa e Clemente XI, nel 1708, l’estendeva a tutta la Chiesa. Finalmente il Beato Pio IX (1846-1878), raccogliendo, per così dire, quanto era stato seminato lungo il corso dei secoli, proclamò dogma di fede la dottrina che ritiene la Vergine essere stata preservata, per singolare privilegio e in virtù dei meriti di Cristo, fin dal primo istante del Suo concepimento, immune dal peccato originale, colpa che tutti i figli di Adamo contraggono al momento del loro concepimento.
Il dogma fu proclamato in Roma nella basilica di S.Pietro l’8 dicembre 1854.

Riproponiamo, in modo dettagliato il programma per tutto l’Avvento

Sabato 1 dicembre: I^ sabato del Mese dedicato al Cuore Immacolato di Maria
(Inizio dell’Anno Liturgico)
Ore 17.30 santa Messa d’orario (assolve il precetto festivo)
Ore 18.30 Novena dell’Immacolata
Ore 19.00 santa Messa d’orario in latino cantata in occasione della I domenica di Avvento in cui inizia il nuovo Anno Liturgico ed il periodo di preparazione alla Solennità del S.Natale. Prima dell’aspersione con l’Acqua benedetta verrà eseguito il mottetto “Sanctissimus namque Gregorius” in onore del Papa S.Gregorio Magno che riordinò in modo mirabile il canto liturgico che da lui appunto, prese il nome di “gregoriano”.

Anticipiamo, ora, in modo dettagliato le varie celebrazioni previste per l’Avvento.
Domenica I^ (2.12); II^ (9.12) di Avvento:
Sante Messe: sabato ore 17.30 – 19.00 in latino. Assolvono il precetto festivo.
Domenica Ore 09.00-11.00-17.30
Ore 18.30 S.Rosario, breve catechesi,canto del “Missus”, (il 2.12: Novena
dell’Immacolata) e Benedizione Eucaristica.
Saranno presenti i tenori Mathia Neglia, Raffaele Prestinenzi e il baritono
Tiziano Vojtissek

In tutti i giorni feriali, da lunedì a venerdì compresi, alle ore 07.00 sarà celebrata la S.Messa in latino con la presenza della Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì che eseguirà mottetti per il periodo d’Avvento, Eucaristici e Mariani in gregoriano. Queste SS.Messe celebrate al mattino presto, prima del sorgere del sole e perciò denominate “Messe dell’Aurora” vogliono essere una conveniente preparazione in attesa del Sole che sorge e cioè Cristo Salvatore, Sole di giustizia la cui Natività è l’esordio di questa Luce soprannaturale tanto attesa.
Pertanto è sospesa in questo periodo la S.Messa feriale delle ore 09.00.
La Novena dell’Immacolata sarà celebrata subito dopo la S.Messa delle ore 07.00.

Giovedì 6 dicembre: I^ giovedì del Mese dedicato alla preghiera per le vocazioni sacerdotali e
religiose
Venerdì 7 dicembre: I^ venerdì del Mese dedicato al Cuore SS.mo di Gesù
Ore 07.00 S.Messa d’orario (dell’Aurora)
Ore 17.30 S.Messa d’orario (assolve il precetto festivo)
Ore 19.00 S.Messa d’orario solenne in latino della Festa dell’Immacolata
Concezione di Maria Santissima (assolve il precetto festivo).
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì, che
eseguirà la “Missa IV Toni” di T.L. da Victoria.
Sabato 8 dicembre: Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria (festa di precetto)
SS.Messe: Ore 09.00 – 11.00 – 17.30
Ore 18.30 Vesperi solenni in onore dell’Immacolata Concezione.
Si ricorda che chi oggi partecipa alla S.Messa delle ore 17.30 non può assolvere a due precetti festivi, cioè a quello dell’Immacolata Concezione e a quello della domenica susseguente. Il principio è che con una S.Messa non si possono assolvere due precetti.
Domenica 9 dicembre: SS.Messe: ore 09.00 – 11.00 – 17.30 (in latino)
Alla S.Messa delle ore 17.30 sarà presente la Corale parrocchiale diretta dal
M° Elìa Macrì che eseguirà la Cantata per l’Avvento Bwv 61 di J.S.Bach
(1685-1750) ”Nun komm der Heiden Heiland”
Soprano Ingrid Jellenz, Tenore Stefano Speranzon, Basso Sikai Lai, organo
Mauro Macrì
Ore 18.30 Funzione già descritta domenica 2.12


Venerdì 14 dicembre: Ore 18.30: concerto natalizio eseguito dalla nostra Corale parrocchiale diretta
dal M° Elìa Macrì
Sabato 15 dicembre: Ore 11.00 inizio della solenne Novena in preparazione del S.Natale.
Oggi è sospesa la S.Messa delle ore 17.30.
Ore 18.30 Solenne Pontificale al Faldistorio in latino secondo il Rito Romano
antico (detto di “S.Pio V”) celebrato da S.E. Rev.ma Mons. Guido
Pozzo Arcivescovo Titolare di Civita di Bagnoregio, Elemosiniere
Segreto di Sua Santità. ( Assolve il precetto festivo)
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì che
eseguirà in polifonia l’”Ecce Sacerdos Magnus” e l’Ordinario della
S.Messa (A.Lotti 1666-1740); il Proprium sarà eseguito in gregoriano
Domenica III^ (16.12); IV^(23.12) di Avvento:
Le SS.Messe seguono l’orario solito.
Ore 18.30: solenne Novena del S.Natale, breve catechesi, canto del “Missus” e Benedizione
Eucaristica. Saranno presenti il tenore Raffaele Prestinenzi ed il baritono Tiziano Vojtissek

25 novembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXXIV ed ultima del Tempo Ordinario - 25 novembre 2012

I SUFFRAGI
“La Chiesa…fin dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti; e poiché santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai loro peccati, ha offerto per loro anche suffragi” (LG:50).
La parola suffragio vuol dire opera spirituale, bene spirituale offerto a Dio in favore dei morti.
Fare suffragi vuol dire offrire a Dio opere buone, preghiere, sacrifici, penitenze in favore dei morti perché siano liberati al più presto dalle loro pene. Ad esempio: partecipare alla Messa per i morti vuol dire fare un suffragio per essi, ossia cedere tutti i meriti che si hanno partecipando alla Messa per le anime del Purgatorio.
Quando si parla di suffragio si intende suffragio per i morti. Però il suffragio non si fa per tutti i morti, ma solo per quelli che sono in Purgatorio.
Le anime che sono in Paradiso sono beate, vivono pienamente la vita di Dio e non hanno bisogno dei nostri suffragi.
Le anime trovate in peccato mortale sono all’inferno e per loro non c’è più speranza di salvezza; esse non possono meritare più; i suffragi per loro sono inutili.
I nostri suffragi sono solo per il Purgatorio, per le anime che devono purificarsi per entrare in Paradiso. Esse devono scontare i peccati veniali e le pene dovute ai peccati gravi rimessi in vita, Devono liberarsi da ogni colpa e da ogni pena.
Tutte le anime del Purgatorio sono in stato di grande sofferenza perché sono ancora senza Dio. Le possiamo paragonare ai poveri esiliati e ai carcerati. Questi poveretti ci fanno grande pena perchè sono privi di libertà, lontani dalla patria e dalla famiglia, costretti a vivere in grande tristezza, a sospirare il giorno della liberazione.
Se gli esiliati e i carcerati di questo mondo ci fanno gran pena. Maggior pena ci devono fare le anime del Purgatorio. Esse soffrono finchè non saranno completamente pure, sospirano Dio finchè non vedono la sua luce.
Dobbiamo compatire le anime sante, comprendere il loro stato e soccorrerle. Esse possono confidare solo in noi che possiamo aiutarle con i nostri suffragi. Non siamo avari ed ingrati. Diamo generosamente, diamo tutto quello che possiamo dare.

Esempio: il ben dei morti
Ercole Attuoni che fu arcivescovo di Fermo e morì il 31 maggio 1941, durante la sua vita parlò in qualche predica e scrisse in una pastorale di quando era fanciullo e andava a chiedere il ben dei morti.
La fanciullezza di Ercole Attuoni nato a Stazzema (Lucca) il 18 aprile 1875, fu piena di episodi attraenti di ragazzo buono e bravo.
C’era povertà nella sua casa e lui, ogni anno, il due novembre faceva il giro del paese per cercare il ben dei morti, ossia la carità che si dava in suffragio dei morti.
Le famiglie ben provviste di Stazzema preparavano il sacco di granoturco dietro l’uscio di casa e attendevano i poveri o meglio quasi sempre i ragazzi delle famiglie povere che facevano il giro per avere granoturco o farina di granoturco per la polenta che allora era cibo comune e gradito.
Passava anche Ercole, scalzo e festoso; apriva la bocca del suo sacchetto e dalle buone signore (la Frasia, la Betta, la Luisetta, la Giovanna) riceveva abbondante la polvere d’oro. A quel ragazzo, così vispo e così allegro, davano più di una sola misura perché lo meritava per la sua distinta bontà.
E l’Ercolino ringraziava ad ognuna di quelle porte: “Dio vi ricompensi”: e poi, dopo l’ultima porta, quando il sacchetto era pieno, via di corsa a casa a gridare trionfante alla mamma: “tutto pieno il sacchetto, non ce ne starebbe più una giumella”.
E a sera nella casa di Cherubino e Gloriosa Attuoni, i genitori di Ercole, si faceva e si mangiava la polenta fatta col ben dei morti. E si ricambiava il ben dei morti con il bene della preghiera; si recitava il Rosario.
E quella famiglia povera dove si riceveva e si rifaceva il bene, fu benedetta. Quel fanciullo povero, ma buono e bravo, che passava di casa in casa a chiedere il ben dei morti, fu aiutato da buone famiglie, andò in Seminario e diventò sacerdote e vescovo. E fu un grande vescovo.


Impariamo a conoscere e ad amare i Santi.

Il 25 novembre ricorre la festa di S.Caterina d’ Alessandria Vergine e Martire.
All’inizio del IV secolo avvenne un improvviso mutamento da parte della potenza romana nei confronti del cristianesimo. Diocleziano, ormai vecchio e di volontà inferma, diede il via alla più crudele delle persecuzioni. In Egitto, definito “la Cina del mondo antico” la persecuzione raggiunse la più efferata crudeltà: uomini, donne e fanciulli venivano condannati a supplizi che la fertile e macabra fantasia dei carnefici inventava per rendere più atroci le sofferenze dei condannati, al punto che molti pagani, impietositi, cercavano di aiutare i cristiani a sottrarsi a quella terribile fine.
Il martirio di S.Caterina d’Alessandria colpì grandemente la sensibilità popolare in quanto trattavasi di una fanciulla di alto rango, intelligente, bella di volto quanto di anima. Massimino Daia, subentrato allo zio Galerio nel governo delle province africane, si invaghì di Caterina a tal punto da progettare di divorziare dalla moglie per sposarla. Al deciso rifiuto della giovane cristiana, l’aveva messa a confronto con ben cinquanta filosofi perché la convincessero che Cristo, essendo morto in croce, non poteva essere Dio. Ma Caterina, facendo eccellente uso dell’arte retorica e soprattutto delle sue buone cognizioni filosofiche e teologiche, finì per trarre dalla sua parte quei sapienti, che, illuminati dalla grazia, aderirono al cristianesimo: doppiamente sconfitti agli occhi dei pagani, essi guadagnarono la corona dei martiri, perché Massimino li fece trucidare.
Quanto a Caterina, non essendo riuscito a piegarla ai suoi desideri, Massimino cercò di farla stritolare dalle ruote con cerchioni irti di punte di ferro, che si piegarono come molli vimini a contatto con le tenere carni della fanciulla. Da questo episodio quanti hanno a che fare con ruote l’hanno eletta loro patrona. Condotta fuori dalla città, Caterina venne decapitata, ma dal collo reciso, come dallo stelo di certe erbe, anzicchè sangue sgorgò uno zampillo di latte, meritando per questo un secondo patrocinio, questa volta da parte delle nutrici, che la invocavano per aver latte sufficiente a nutrire i bambini. I prodigi non finirono qui: dal cielo scesero gli Angeli che trasportarono il corpo della martire sul monte Sinai, dove sarebbe poi sorto un monastero a lei dedicato tuttora esistente.

Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 25 novembre: Ore 09.00 S.Messa a suffragio di Mons. Antonio Dessanti
Ore 18.30 S.Rosario, breve catechesi e Benedizione Eucaristica
Martedì 27 novembre: anniversario dell’apparizione della B.V. Maria a S.Caterina Labouré
(Medaglia Miracolosa)
Ore 09.00 S.Messa d’orario. Al termine benedizione ed eventuale imposizione
della Medaglia Miracolosa

Giovedì 29 novembre: Inizio della Novena in preparazione alla Solennità dell’Immacolata
Concezione della B.V. Maria
Ore 09.00 S.Messa d’orario. Al termine recita della Novena e canto del “Tota
pulchra”
Sabato 1 dicembre: I^ sabato del Mese dedicato al Cuore Immacolato di Maria
Ore 17.30 santa Messa d’orario
Ore 18.30 Novena dell’Immacolata
Ore 19.00 santa Messa d’orario in latino cantata in occasione della I domenica di Avvento in cui inizia il nuovo Anno Liturgico ed il periodo di preparazione alla Solennità del S.Natale. Prima dell’aspersione con l’Acqua benedetta verrà eseguito il mottetto “Sanctissimus namque Gregorius” in onore del Papa S.Gregorio Magno che riordinò in modo mirabile il canto liturgico che da lui appunto, prese il nome di “gregoriano”.

Anticipiamo, ora, in modo dettagliato le varie celebrazioni previste per l’Avvento:

18 novembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica VI dopo l'Epifania - 18 novembre 2012

Partecipazione alla comunione dei santi

La partecipazione alla comunione dei santi ossia ai beni soprannaturali avviene principalmente attraverso la carità e la vita di grazia. Però non tutti i fedeli partecipano allo stesso modo al reciproco scambio dei beni; ciascuno vi partecipa in misura della sua fede e della sua carità.
Chi ha più fede e più carità ha maggiore vita soprannaturale, ha maggiori beni spirituali e li partecipa in maggiore quantità, li può riversare con più abbondanza sugli altri e sulle anime del Purgatorio.
Per ricevere di più e per dare di più si deve aumentare la vita di grazia. Più è viva la fede, più è grande la carità e più si ha e più si dà. Più è intensa la vita di grazia e più si riceve e più si dona. E più si dona e più si riceve.
Allora perché le nostre opere e suffragi abbiano valore, perché il nostro dare ai morti e ai vivi sia abbondante e perché anche il nostro ricevere sia abbondante, preoccupiamoci di avere la fede, la carità e la vita di grazia.
La fede è la base della nostra vita spirituale. Perciò non una fede incerta o quasi spenta, ma fede viva. Più la fede è viva e vissuta con le opere e più possiamo meritare.
La carità che ci fa amare Dio come sommo bene e il prossimo per amore di Dio, è il principio di ogni atto meritorio. Più si ama Dio e più si merita. Più osserveremo la sua legge e più sarà grande in noi la carità, e più doni e grazie avremo e più daremo agli altri. Perciò non una carità debole, ma forte, capace anche di atti eroici.
La grazia santificante è il più grande dono che possiamo avere. Essa dà ad ogni nostra azione un valore soprannaturale. Quindi non una vita di grazia ad intervalli, ma continua ed intensa.
Chi non vive di fede, chi non pratica la carità, chi non si impegna seriamente a vivere in grazia non conclude e non merita niente né per sé per gli altri, né per i morti. Può partecipare anche a due Messe al giorno, può fare molte comunioni e recitare Rosari, ma con poco o senza profitto perché manca il vero spirito, manca la sostanza della vita cristiana.

Esempio: La conversione di Thomas Merton
Thomas Merton da giovane non era religioso. Ebbe però un’improvvisa crisi di coscienza e si convertì e si fece trappista. Egli disse che, prima della conversione sentì la presenza di suo padre morto che gli comunicò una luce interiore che lo liberò dalle sue pesanti catene.
Merton si trovava a Roma e visitava le chiese più antiche per ammirare le opere d’arte. Una notte, dopo una giornata di visite alle sue chiese preferite, ebbe una viva sensazione della presenza di suo padre. Gli parve che suo padre, morto da più di un anno, gli fosse vicino. E gli sembrò una presenza viva, impressionante come se gli avesse parlato. E ne fu scosso, comprese la triste condizione, pensò a Dio e lo pregò perché lo aiutasse a liberarsi delle cose che lo facevano schiavo.
Merton non aveva mai pregato nelle chiese che aveva visitato, non si era mai inginocchiato. Invece, dopo quella notte, al mattino presto, salì sull’Aventino deserto con l’anima straziata dal dolore ed entrò in Santa Sabina per pregare. Prese l’acqua santa alla porta, andò verso l’altare, si inginocchiò lentamente e con la fede che poteva avere recitò il “Padre nostro”. Passò a santa Sabina una mezz’ora di lacrime e di appassionata preghiera. Dopo aver rivolto uno sguardo alla Madonna del Sassoferrato, si fermò nell’atrio a vedere l’arancio miracoloso di S.Domenico. Poi uscì all’aperto con la sensazione di essere rinato, si sedette su un muricciolo in pieno sole e gustò la pace che sentiva nel cuore.
I vivi aiutano i morti, ma anche i morti aiutano i vivi.

Impariamo a conoscere e ad amare i Santi.

Giovedì prossimo 22 novembre ricorre la Festa di S.Cecilia Vergine e Martire, Patrona della Musica Sacra.
Il culto di S.Cecilia, in onore della quale nel V secolo venne costruita a Roma una basilica, si diffuse ovunque a motivo della sua “Passio”. In essa Cecilia è esaltata come il modello più perfetto di donna cristiana, che per amore del Signore ha professato la verginità e ha subito il martirio.
Cecilia, nobile e ricca, si recava quotidianamente ad assistere alla S.Messa celebrata da papa Urbano nelle catacombe lungo l’Appia, attesa da una moltitudine di poveri, che ne conoscevano la generosità. Cecilia, data in sposa a Valeriano, nel giorno delle nozze, “mentre gli organi suonavano, ella cantava nel suo cuore soltanto per il Signore” (da questo brano della “Passio” ha avuto origine il patrocinio di Cecilia sulla musica sacra); poi, giunta la notte, la giovane disse a Valeriano: “Nessuna mano profana può toccarmi, perché un Angelo mi protegge. Se tu mi rispetterai, egli ti amerà, come ama me”..
Al contrariato sposo non restò che accogliere il consiglio di Cecilia, farsi istruire e battezzare da papa Urbano e poi condividere lo stesso ideale di purezza della sposa, ricevendo in ricompensa la stessa sorte gloriosa: la palma del martirio, al quale per grazia divina venne associato anche il fratello di Valeriano, Tiburzio ambedue storicamente accertati e sepolti nelle catacombe di Pretestato. Dopo il processo, riferito con dovizia di particolari dall’autore della “Passio”, Cecilia, condannata alla decapitazione, ebbe tre poderosi fendenti dal carnefice, senza che la sua testa cadesse recisa: aveva domandato e ottenuto la grazia di rivedere papa Urbano prima di morire.
In attesa di questa visita ella continuò per tre giorni a professare la fede. Non potendo proferire parole, espresse con le dita il suo credo in Dio Uno e Trino. E in questo atteggiamento l’ha scolpita il Maderno nella celebre statua.

Ricordiamo per l’entrante settimana:

Domenica 18 novembre ore 18.30: Recita del S.Rosario, breve catechesi e Benedizione Eucaristica
Mercoledì 21 novembre: Festa della Madonna della Salute
Ore 09.00 S.Messa d’orario in onore della Beata Vergine Maria
Giovedì 22 novembre: Festa di S.Cecilia Vergine e Martire Patrona della Musica Sacra.
Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 18.30 S.Messa cantata in latino.
E’ presente la corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì
Anticipiamo:
Domenica 25 novembre alle ore 09.00, la S.Messa sarà celebrata a suffragio di Mons. Antonio Dessanti
Come ricordato la settimana scorsa Mons. Guido Pozzo celebrerà una solenne S.Messa Pontificale nella nostra chiesa sabato 15 novembre p.v. alle ore 18.30.
In questa occasione ci sembra opportuno offrirgli a nome di tutta la parrocchia, un dono come attestazione di stima e riconoscenza nonché di affetto nei suoi confronti. Chi perciò desiderasse contribuire con un’offerta è gentilmente pregato di rivolgersi al parroco. Grazie

A tutti i saluti più cordiali e la consueta paterna benedizione.


Don Stefano Canonico

11 novembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXXII del Tempo Ordinario - 11 novembre 2012

Continuiamo la nostra catechesi sui Defunti:

LA COMUNIONE DEI SANTI
Per comprendere meglio il Purgatorio e i suffragi si deve richiamare la dottrina della comunione dei santi.
La Chiesa è l’unione in Cristo dei beati del Paradiso, delle anime del Purgatorio e dei fedeli della terra. I beati del Paradiso formano la Chiesa trionfante, le anime del Purgatorio formano la Chiesa di coloro che devono purificarsi, i fedeli della terra la Chiesa dei viatori.
Queste tre Chiese sono intimamente unite e costituiscono una sola Chiesa ossia il Corpo Misterioso di Cristo. In questo Corpo misterioso tutto è in comune: il bene di tutti è il bene di ciascuno, il bene di ciascuno è il bene di tutti. Abbiamo così la comunione dei santi.
Comunione dei santi vuol dire che i beni spirituali, che sono nella Chiesa, sono per tutti: è circolazione perenne di vita, di amore e di grazia tra i membri della Chiesa trionfante, della Chiesa di quelli che si stanno purificando e della Chiesa dei viatori sulla terra. Quindi ogni cristiano che vive in grazia ha parte del bene che c’è e si fa nella Chiesa. Come nella famiglia umana c’è un fondo di beni, un patrimonio che è di tutti, che serve tutti; così nella Chiesa c’è un fondo sociale, c’è un tesoro per tutti di un valore infinito. Come nel corpo umano circola il sangue per tutte le membra; così nella Chiesa circola il bene per tutti.
La comunione dei santi ci arreca preziosissimi vantaggi; ci unisce ai beati del Cielo, alle anime del Purgatorio e a tutti i giusti della terra. Con la comunione dei santi si stabilisce una eguaglianza meravigliosa. Ciò che sovrabbonda in un membro va a vantaggio di un altro membro che scarseggia: uno soddisfa per l’altro alla giustizia di Dio; uno ottiene per un altro grazia e misericordia. “Tutti, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità di Dio e del prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria” (LG:49).
E’ veramente una verità sublime e consolante la comunione dei santi, vincolo soavissimo che lega tutti i membri vivi della Chiesa. “L’unione dei viatori coi fratelli morti nella pace di Cristo, non è minutamente spezzata, anzi è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali” (LG:13). Le nostre preghiere e opere buone fanno gioire i beati del Cielo, confortano le anime del Purgatorio e tornano a nostro grande vantaggio.
La comunione dei santi ci unisce ai nostri morti. Essi sono vicinissimi a noi: li abbiamo nel cuore, possiamo aiutarli e loro possono aiutare noi. Tra noi e le anime del Purgatorio avviene uno scambio meraviglioso di carità. Noi offriamo per loro, diamo a loro ed esse danno a noi, ci ottengono grazie.
Solo se cediamo al male, se perdiamo la grazia di Dio, questo scambio meraviglioso di carità tra noi e i morti si arresta. Il peccato ci isola, ci stacca dalla comunione dei santi, ci impedisce di fare e di ricevere il bene.

Esempio: I benefici della preghiera
Il giudice costituzionale Nicola Jager si convertì dal protestantesimo alla Chiesa di Roma nella circostanza dolorosa della morte di sua madre. Egli stesso disse che la morte di sua madre influì sulla sua conversione, fu uno dei momenti più sereni della sua vita. Diceva che la morte della madre fu la sua vita.
Jager raccontò con accento commosso e sereno che la morte della madre (avvenuta a 57 anni) gli sembrava inaccettabile. E si ribellò e protestò, finchè un giorno entrò in una chiesa e pregò intensamente. E da quel giorno non vide più la scomparsa della madre come una cosa terribile. La preghiera trasformò il suo spirito. Credette e fu fervente cristiano.
La scomparsa di persone care scava nel cuore un grande vuoto e lo riempie di dolore, ma può essere anche una grande grazia. L’anima della persona scomparsa intercede presso Dio e può molto per chi ha lasciato nel pianto. E la preghiera di chi è rimasto nel pianto opera mirabili trasformazioni spirituali.

Come già comunicato da nostro Vescovo il giorno del Patrono S.Giusto in Cattedrale e dalla stampa, il sacerdote triestino Mons. Guido Pozzo è stato nominato Vescovo e gli è stato affidato l’incarico di Elemosiniere di Sua Santità, quindi di diritto facente parte della cosiddetta Famiglia Pontificia. E’ con grandissima gioia l’annunciare che Mons, Pozzo, il quale sarà ordinato Vescovo nella basilica di S.Lorenzo in Damaso a Roma il 17 novembre p.v., celebrerà una santa Messa Pontificale solenne nella nostra chiesa sabato 15 dicembre p.v. alle ore 18.30. Il Pontificale celebrato in latino secondo il rito detto di “S.PioV” sarà animato dalla nostra Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì già più volte distintasi per la sua professionalità, che eseguirà le parti proprie della III Domenica di Avvento, in gregoriano mentre per l’Ordinario (parti fisse della Messa) verrà eseguita la “Missa Quarti Toni” di T.L. da Victoria (1548-1611).
E’ per noi un grandissimo onore la significativa presenza nella nostra Comunità parrocchiale di Mons. Pozzo, insignito dal S.Padre dell’onore delle Infule e Suo così stretto Collaboratore e perciò gli siamo profondamente riconoscenti per la Sua cordialità e benevolenza nei nostri confronti.
Tutti logicamente, sono calorosamente invitati a partecipare al sacro Rito.

04 novembre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXXI del Tempo Ordinario - 4 novembre 2012

In questo mese di Novembre tradizionalmente dedicato al pio ricordo dei Defunti ci sembra più che opportuno proporre una catechesi continuata sulla morte e la Vita Eterna affinchè la cristiana consolazione alberghi nei nostri cuori.

IL PURGATORIO E I NOSTRI SUFFRAGI

Il Purgatorio è uno stato temporaneo di pene purificatrici delle anime dopo la morte. Il Purgatorio è per le anime di quelli che sono morti in grazia di Dio, ma non ancora del tutto pure dai peccati veniali o dalla pena temporale dovuta ai peccati rimessi. Queste anime prima di essere ammesse in Paradiso devono scontare la loro pena, pagare tutto il debito contratto con la giustizia di Dio.
Il Purgatorio è una pena temporale dovuta ai peccati gravi già rimessi in questa vita e a quelli veniali non rimessi in questa vita.
E’ certo che chi non è puro non può essere ammesso in Paradiso, dove “non entrerà niente di impuro, né chi commette grave male e falsità” (Ap 21,27). Solo i puri vedono Dio. Nel Vangelo si legge che si devono scontare tutti i peccati, che si deve pagare ogni debito anche piccolo (Mt. 5,26)
E’ necessario perciò uno stato o luogo di pena dove le anime si possono purificare per diventare degne di salire al cielo.
Il Purgatorio è una verità di fede. Anche il Concilio Vaticano II ne parla, quando dice che al ritorno di Cristo “alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, e altri godono della gloria contemplando Dio” (LG:49).
Nel Purgatorio le anime sono separate da Dio perché non sono ancora degne di goderlo. Questa è la pena più forte che le fa soffrire. Esse sanno di essere figlie e amiche di Dio e tendono ad unirsi a Lui a stare sempre con Lui; perciò sentono il grande dolore della separazione. Però sopportano le pene purificatrici con amore e con rassegnazione perché le rendono belle per stare nel Regno di Dio.
Santa Caterina da Genova ci ha lasciato una esposizione molto chiara sul Purgatorio. Ella fa rilevare che le anime soffrono soprattutto per amore. Sanno ormai chi è Dio e desiderano ardentemente ricongiungersi con Lui, ma ne sono impedite dai residui dei peccati non ancora scontati.
Questo loro soffrire volontariamente per amore comunica ad esse una grande gioia; e desiderano soffrire fino a che non siano degne di unirsi a Dio.
Dunque le anime del Purgatorio soffrono molto, ma sono liete di soffrire perché sentono Dio e sono sicure di essere ammesse a goderlo eternamente.
Esse però non possono fare niente per abbreviare le loro pene. Noi invece possiamo fare molto per poterle liberare dalle pene del Purgatorio.
Doveri di giustizia e di carità ci legano alle anime che soffrono le pene purificatrici.
Non dobbiamo essere ingrati. I nostri suffragi siano continui e veri. Portiamo alle care anime il nostro generoso aiuto perché quanto prima splenda ad esse la luce eterna.

28 ottobre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXX del Tempo Ordinario - 28 ottobre 2012

La recita del Rosario
Il Rosario si recita continuamente. Si recita nelle chiese, nei santuari, nei pellegrinaggi e anche nei cortei funebri. Le comunità religiose e le famiglie cristiane ogni sera si raccolgono per recitare il Rosario. Ogni buon cristiano non va a letto senza aver prima recitato il Rosario. Così esso è la lode perenne che sale alla Regina del cielo.
Molti mettono buona volontà per recitare bene il Rosario. I più invece lo recitano male. Spesso è la preghiera fatta senza raccoglimento; si sbriga in fretta, si mormora confusamente; si riduce ad una preghiera superficiale, distratta. Quando si recita in famiglia si interrompe con facilità; qualcuno ci si addormenta. Così il Rosario, recitato male, non è la corona intrecciata di fiori freschi e profumati, ma è la corona intrecciata confusamente e con fiori sciupati. E la Madonna non lo può gradire.
Si deve recitare attentamente e devotamente. Occorre modestia di atteggiamento e di espressione; occorre sempre calma e rispetto, pronuncia chiara delle parole. La fretta è sempre nemica della preghiera. Vale più una sola parte del Rosario recitata bene che l’intero Rosario recitato in fretta.
In alcune famiglie si prolunga molto la preghiera del Rosario; ma non è bene. A sera, prima del riposo, se il Rosario dura troppo, i piccoli non lo sopportano e i grand,i stanchi del lavoro, non rispondono bene o si addormentano. Perciò basta solo recitare il Rosario con la Salve Regina e le litanie della Madonna. Non aggiungere altre preghiere. Poco, ma bene.
E noi recitiamo il Rosario? La nostra recita è cosciente e devota? Offriamo ogni giorno questa corona di rose alla Madonna? Forse tanti giorni son passati senza intrecciare la santa corona. Si trova tempo per cose inutili e non si trova un quarto d’ora per la recita del Rosario. Dobbiamo recitarlo e recitarlo bene: pregare col cuore, sentire la Madonna vicina, parlare con Lei. Il Rosario recitato bene ci assicura la protezione di Maria e ci è di conforto nelle afflizioni.
Felici noi se lo recitiamo bene. Nell’ora della nostra morte la Madonna accoglierà il nostro spirito e lo presenterà a Gesù, perché nel Rosario mille e mille volte abbiamo detto:”Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”.

Esempio: Pio XI e il Rosario
Achille Ratti, fu sempre devoto per la corona del Rosario. Eletto Papa, anche nelle giornate piene di lavoro, dopo lunghe udienze, a qualsiasi ora, qualche volta prima di mezzanotte, si raccoglieva in cappella con i familiari e in ginocchio recitava il Rosario. Ne parlava sempre ai novelli sposi; regalava loro la corona e li invitava a recitarla ogni giorno.
Pio XI passò da questo mondo all’eternità nella piena conoscenza del suo atto supremo e nelle sue ultime ore recitò il Rosario. Diceva ai suoi familiari che lo assistevano: “Recitiamo la corona”. Fu un ricordo caro, un invito indimenticabile. Ricercò la sua corona, la strinse fra le mani e, con voce chiara, un po’ lenta, recitò il Rosario: l’ultimo tributo di amore alla Madonna. E quando ebbe finito disse:” Anche questo è fatto”. Poi ripeteva le pie invocazioni imparate, bambino, dalla mamma: “Gesù, Giuseppe e Maria vi dono il cuore e l’anima mia”.
I suoi intimi, intorno al suo letto pregavano e singhiozzavano. Egli, ardente per l’alta febbre, affannato, senza contrazioni e senza gemiti, spirante tranquillità e fortezza, serenamente pregava.
Morì lasciando esempi splendidi di grandezza spirituale. Si ricorda e si venera tra i più grandi Pontefici.

Si ricorda:
Domenica 28 ottobre: Chiusura solenne del Mese del Rosario
SS. Messe Ore 09.00-11.00
Ore 17.30 S.Messa in latino “cum Canticis” in gregoriano
(è presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì)
Ore 18.15 solenne Processione Eucaristica per le vie della nostra parrocchia fino ad arrivare
al Molo Audace dove sarà benedetto il mare, i naviganti e la parrocchia tutta.
Ore 19.00 rientro della Processione in chiesa dove verrà nuovamente eseguito il
“Magnificat” (BWV 243 per soli, coro ed orchestra) di J.S.Bach (solisti: soprano I Adriana
Tomisic, soprano II Ingrid Iellenz, controtenore Peter Gus, tenore Stefano Speranzon,
basso Sikai Lai, Maestro concertatore e direttore d’orchestra Elìa Macrì).
Considerato il generale altissimo apprezzamento da parte di tutti, anche di Mons. Arcivescovo per questa stupenda composizione così magistralmente eseguita ci è sembrato opportuno riproporre il suddetto “Magnificat” al posto del previsto “Te Deum” di M.A. Charpentier che sarà comunque eseguito in data da destinarsi. Anche dal punto di vista teologico e spirituale è però senz’altro appropriato e conveniente innalzare la nostra riconoscente lode all’Onnipotente Iddio per tutte le grazie ricevute con le parole stesse della Beatissima Vergine Maria a conclusione di questo Mese a Lei così particolarmente dedicato.

Verrà poi eseguito il “Tantum Ergo” di F.Schubert per coro ed orchestra ed infine, dopo la Benedizione Eucaristica, si concluderà la S.Celebrazione con un concerto per organo e trombe. Accogliamo con gratitudine questi momenti di grazia!
- Il “Tantum Ergo” in MI bemolle maggiore D. 962
- Durante la Benedizione Eucaristica il “Largo” composto dal marchese Luigi Silveri Conte di
Tolentino
- Percorso della Processione: piazza Vecchia, via di Tor Bandena, via del Teatro Romano, via
S.Spiridione, via S.Nicolò, via Cassa di Risparmio, piazza della Borsa, via Einaudi, piazza Verdi,
passo di piazza A.Fonda, piazza Unità d’Italia, Riva Tre Novembre, Molo Audace, riva Tre
Novembre, piazza Unità d’Italia, via Malcanton, via del Teatro Romano, via del Rosario, piazza
Vecchia.
Al Termine bacio della Reliquia della B.V. Maria.

Durante questa settimana si celebrerà la Festa di Tutti i Santi (1 novembre, Festa di precetto), si ricorderanno nella preghiera Tutti i Fedeli Defunti (2 novembre) e si festeggerà il nostro Patrono S.Giusto (3 novembre).

Nell’epoca più antica la Chiesa tributava culto pubblico unicamente ai Martiri.; soltanto nel corso dei secoli vi si aggiunsero Santi non Martiri. Perciò anticamente non si ebbe una festa di tutti i Santi, ma semplicemente un giorno commemorativo di tutti i Martiri. Questa commemorazione ebbe inizio in Oriente e passò ben presto anche in Occidente con il seguente sviluppo.

L’imperatore Foca (+ il 4.10.610) concesse il Pantheon, costruito nel 27 a.C. da Agrippa in onore di Augusto, a papa Bonifacio IV che lo purificò e trasformò in chiesa, dedicandola alla B.V.Maria e a tutti i Martiri (S.Maria ad Martyres). Il giorno della consacrazione fu il 13 maggio del 609 o 610 e divenne subito per Roma festa di tutti i Santi Martiri. Gregorio III (731-742) consacrò nella basilica di S.Pietro un oratorio al Salvatore, alla Sua Madre Santissima, agli Apostoli, Martiri, Confessori e a tutti i Giusti. Con ciò veniva istituita la Festa di Tutti i Santi indistintamente, che poi Gregorio IV (827-844) per maggior comodità, da come risulta nell’ 835, dal 13 maggio trasportò al 1° novembre.

Il significato della festa è quello di raccogliere “sub una sollemnitate” ( in un’unica solennità) il ricordo e la venerazione verso i fratelli che ci hanno preceduto con il loro esempio e la loro santità e vivono ormai nella gloria di Dio: vita eterna, comunione dei Santi, loro intercessione e, insieme, vocazione di tutti alla santità, richiamo ai valori e al senso della vita del cristiano ancora pellegrino in questo mondo, ecc. costituiscono il messaggio ed il contenuto del mistero che si celebra con questa solennità.

21 ottobre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXIX del Tempo Ordinario - 21 ottobre 2012


Il Rosario è la preghiera che porta a Gesù

“Maria che prese parte ai misteri di Cristo viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale. Le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato fanno sì, che mentre è onorata la Madre, il Figlio per il quale esistono tutte le cose, sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti” (LG:66).
Fra le devozioni verso la Madonna, il Rosario tiene il primo posto perché mentre la onora e la fa conoscere e amare, fa anche conoscere e amare il Figlio suo: Gesù Cristo. Egli è il centro della preghiera del Rosario. Infatti tutta l’attenzione è orientata sui misteri del Salvatore. Il Rosario ci ricorda e ci fa rivivere l’Avvento, il Natale, la Passione, tutto il mistero pasquale di Cristo; ci fa contemplare i fatti più importanti della vita e della missione del Redentore. Recitando il Rosario la figura amabile del Signore è sempre dinanzi al nostro sguardo; possiamo così meditare i misteri della nostra salvezza.
“Il Rosario è una devozione che, attraverso la Madonna, ci porta a Cristo.E’ Gesù Cristo il termine di quella lunga e ripetuta invocazione a Maria. Si parla a Maria per arrivare a Gesù. Ella lo ha portato al mondo. Ella è la Madre del Signore. Ella ci introduce a Lui, se noi siamo devoti a Lei”. Il Rosario “compendio di tutto il Vangelo” ci ricorda sempre il Salvatore.
La Madonna col suo Rosario è la via più sicura che ci porta a Gesù. Nessuno ha conosciuto Gesù meglio di Lei: è la creatura che più gli assomiglia: è la regina del Cuore di Gesù. I Santi conobbero il Cuore di Gesù per mezzo del Cuore di Maria. Questa buona Madre illumina i suoi fedeli, li rassicura, li sostiene, li rende fedeli al Figlio suo.
Si conosce e si ama il Cuore di Gesù, se si conosce e si ama il Cuore di Maria. Diceva S.Giuseppe Cafasso: “Chi non ha un cuore grande per la Madre non può avere un cuore grande per il Figlio”. Il celebre Padre Faber, quando nel 1845 si convertì al Cattolicesimo, scrisse: “Non sapevo che cosa fosse amare Gesù fino a che non deposi il mio cuore ai piedi di Maria”.
Andiamo a Gesù per mezzo di Maria. Lei non desidera altro che portare le anime al Figlio suo. Il Rosario dunque abbia per noi questo scopo principale: andare a Gesù nostra vita.

Esempio: S.Pio X devoto di Maria

Pio X è stato chiamato anche il Papa della Madonna. Egli da cappellano, da parroco, da vescovo, zelò sempre la devozione alla Madonna. In ogni circostanza di ministero cercava di attrarre le anime a Maria. I suoi discorsi erano vivi e convincenti. Cardinale di Venezia manifestò sempre grande devozione mariana. Le sue esortazioni ai fedeli sulla devozione alla Madre di Dio erano frequenti e piene di dolcezza.
Eletto Papa, la sua devozione verso Maria crebbe. Recitava il Rosario con molta devozione. Nei giardini vaticani fece erigere la grotta di Lourdes e vi si recava per dimostrare la sua devozione all’Immacolata. I pellegrini che andavano a Roma restavano incantati a vedere il Papa unirsi a loro nella recita del Rosario.
Pio X fu grande devoto di Maria e la Madonna lo ebbe come figlio prediletto e lo volle grande Papa e grande santo.


Oggi la nostra parrocchia è in festa perché Don Pietro Zovatto celebra la S.Messa solenne alle ore 11.00 in occasione del Suo 50° anniversario di ordinazione presbiterale. Nel porgergli le felicitazioni e gli auguri più cordiali desideriamo essergli vicino con il nostro affetto ma soprattutto con la nostra preghiera.

Durante l’entrante settimana si ricorda:

Domenica 21 ottobre: Ore 11.00 S.Messa celebrata da Don Pietro Zovatto, Canonico Onorario del
Capitolo della Cattedrale di Trieste, in occasione del suo 50° anniversario di
ordinazione presbiterale.
Ore 18.30: funzione mariana.
( durante tutte le domeniche di ottobre verrà eseguito ogni volta un “Tantum
Ergo” diverso di autori vari per tenore e baritono).
Giovedì 25 ottobre: Ore 17.30 S.Messa mensile a suffragio di Mons. Antonio Dessanti
Durante tutta la settimana fino a venerdì compreso: ore 18.30 S.Rosario e Benedizione Eucaristica
Sabato 27 ottobre: Ore 09.00 S.Messa cantata in onore della B.V. Maria
Ore 17.30 S.Messa d’orario
Ore 18.15 Vesperi votivi in onore della B.V. Maria
Ore 19.00 S.Messa solenne in latino “coram Exposito” di Nostro Signore Gesù
Cristo Re dell’universo.
Al termine Benedizione Eucaristica

Anticipiamo:
Domenica 28 ottobre: Chiusura solenne del Mese del Rosario
SS. Messe ore 09.00-11.00
Ore 17.30 S.Messa in latino “cum Canticis” in gregoriano
(è presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì)
Ore 18.15 solenne Processione Eucaristica per le vie della nostra parrocchia fino ad arrivare al Molo
Audace dove sarà benedetto il mare, i naviganti e la parrocchia tutta.
Ore 19.00 rientro della Processione in chiesa dove verrà nuovamente eseguito il “Magnificat” (BWV
243 per soli, coro ed orchestra) di J.S.Bach (solisti: soprano I Adriana Tomisic, soprano II
Ingrid Iellenz, controtenore Peter Gus, tenore Stefano Speranzon, basso Sikai Lai, Maestro
concertatore e direttore d’orchestra Elìa Macrì).
Considerato il generale altissimo apprezzamento da parte di tutti, anche di Mons. Arcivescovo per questa stupenda composizione così magistralmente eseguita ci è sembrato opportuno riproporre il suddetto “Magnificat” al posto del previsto “Te Deum” di M.A. Charpentier che sarà comunque eseguito in data da destinarsi. Anche dal punto di vista teologico e spirituale è però senz’altro appropriato e conveniente innalzare la nostra riconoscente lode all’Onnipotente Iddio per tutte le grazie ricevute con le parole stesse della Beatissima Vergine Maria a conclusione di questo Mese a Lei così particolarmente dedicato.
Verrà poi eseguito il “Tantum Ergo” di F.Schubert per coro ed orchestra ed infine, dopo la Benedizione Eucaristica, si concluderà la S.Celebrazione con un concerto per organo e trombe. Accogliamo con gratitudine questi momenti di grazia!

Forniremo maggiori indicazioni sul programma musicale e sul percorso della Processione la settimana prossima.

A tutti il mio cordiale saluto e la paterna benedizione.

Don Stefano Canonico   

15 ottobre 2012

Conclusi i festeggiamenti per la ricorrenza della Patrona

Si sono felicemente conclusi i solenni festeggiamenti organizzati dalla Parrocchia e Cappella Civica della Beata Vergine del Rosario in occasione della festa patronale, coincisa quest'anno proprio nella prima domenica di ottobre. Dopo il triduo preparatorio, predicato da don Luigi Tonon, vicecancelliere della Curia diocesana tergestina, corredato da un accompagnamento musicale tratto dal repertorio ottocentesco maltese per voci virili ed organo solo, nella serata di sabato 6 ottobre si è svolta la traslazione della reliquia del Velo della Madonna lauretana ed il parroco don Stefano Canonico ha poi offerto la santa messa solenne nella forma romano-gregoriana, con l'accompagnamento della cappella corale ed orchestrale diretta dal maestro Elia Macrì, che ha proposto la “Messa in sol maggiore D. 167” di Franz Schubert, il “Laudate Dominum Kv 339” di W. A. Mozart e il celebre “Hallelujah” tratto dal “Messia” di G. F. Haendel. La partecipazione di fedeli è stata massiccia come unanime l'ammirazione dagli addobbi ed apparati della chiesa, reputati all'altezza del culto dovuto alla Madre di Dio. Impeccabile anche il servizio all'altare, coordinato dal cerimoniere prof. Giulio Micheli, con il prezioso intervento dei frati Francescani dell'Immacolata.

13 ottobre 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXVIII del Tempo ordinario - 14 ottobre 2012


Durante tutto il Mese di ottobre si proporrà una riflessione sul S.Rosario ed un esempio di come i Sommi Pontefici abbiano sempre tenuto in grande considerazione questa preghiera.

La preghiera del Rosario
Il Rosario è la grande preghiera che ci fa essere devoti della Madonna, che ci ricorda la storia della salvezza, ci presenta tutta la vita e la missione del Salvatore.
Il Rosario è la dolce catena che ci mette a contatto con il Signore.In quei grani legati insieme per poter contare le Ave Maria, c’è un segreto di unione. Il Rosario unisce l’uomo a Dio e unisce gli uomini tra loro.
Il Rosario è la preghiera molto raccomandata dai Papi e dai Santi. Pio XI diceva che il Rosario sostenta la fede e innalza la mente alle verità rivelate. Pio XII diceva: “la pia corona del Rosario sia nelle mani di tutti”. Giovanni XXIII, nella Lettera apostolica sul Rosario, ha scritto che il Rosario prende posto, per i sacerdoti, dopo la Messa e il Breviario, e per i laici dopo la partecipazione ai Sacramenti. Paolo VI ha detto: “Questa preghiera è adatta alla mentalità del popolo, assai gradita alla Vergine, efficacissima per impretare i doni celesti”. E Giovanni Paolo II continuamente raccomandava la devozione alla Madonna e la recita del Rosario.
Il Concilio Vaticano II esorta tutti i figli della Chiesa perché “abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso Maria Santissima, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa” (LG:67).
Il primo Sinodo Romano dice:” si esortino i fedeli alla recita frequente, in chiesa e in famiglia, del Santo Rosario, preziosa e degnissima formula di meditazione dei misteri della salvezza”.
Dunque il Rosario è una grande preghiera. Non solo è apprezzato dalle persone umili e semplici, ma anche dagli uomini grandi. Ampère, famoso scienziato francese; Federico Ozanam, celebre professore; Alessandro Manzoni, genio d’Italia, hanno devotamente recitato il Rosario.
Dobbiamo apprezzare il Rosario; dobbiamo avere la corona e non vergognarci di portarla e di tenerla in mano. Essa, insieme al Vangelo e al Crocifisso, deve essere uno dei nostri oggetti più cari.

Esempio: il Papa del Rosario: Leone XIII
Leone XIII morì a 93 anni nel 1903. Nella sua vita privata amò la semplicità e la frugalità. Era piissimo, nutriva viva devozione per il Sacro Cuore e per la Madonna. Rimane nella storia come il Papa della questione sociale, e viene anche ricordato come il Papa del Rosario. In ogni angustia e necessità esortava i fedeli a ricorrere alla Madonna. Fra le 49 Lettere encicliche che scrisse, dieci di esse riguardano la Madonna e costituiscono una preziosa miniera per la teologia mariana.
Egli scrisse:”tra le devozioni rivolte a Maria quella del Rosario è la più capace ad intenerirla e piegarla in nostro favore”. “La devozione alla Madonna del Rosario è efficace e potente rimedio a sanare i mali del secolo”. “Come sarebbe bello nelle città, nelle borgate, nei villaggi, in terra e sui mari, vedere a centinaia le milizie dei fedeli, unire le loro lodi e le loro preghiere per salutare con un solo cuore ed una sola voce Maria”.
Leone XIII fu un grande promotore del Rosario; e se oggi il Mese di Ottobre si celebra con particolare pietà si deve a questo grande Pontefice.


Per l’entrante settimana ricordiamo:
Domenica 14 ottobre ore 18.30: funzione mariana. (Durante le domeniche di ottobre verrà eseguito
ogni volta un “Tantum Ergo” diverso di autori vari per tenore e baritono)
Al termine canto solenne dei “Mattutini” dei Defunti.
Lunedì 15 ottobre: Giornata dedicata al suffragio dei parrocchiani e dei benefattori defunti con un
ricordo particolare per Mons. Antonio Marenzi,(+20.10.1662) (vescovo di Trieste
dal 1646 al 1662), che consacrò la nostra chiesa (13.08.1651)
Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 18.30 Vesperi solenni dei Defunti
Ore 19.000 S.Messa cantata da “Requiem” (in latino) con assoluzione al catafalco.
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì.
Durante tutta la settimana fino a Venerdì compreso:
Ore 18.30 S.Rosario e Benedizione Eucaristica
Sabato 20 ottobre: Ore 09.00 S.Messa cantata in onore della B.V.Maria
Ore 17.30 S.Messa d’orario
Ore 18.15 Vesperi votivi in onore della B.V. Maria
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino

Anticipiamo:
Domenica 21 ottobre alle ore 11.00 Don Pietro Zovatto, Canonico onorario del Capitolo di Trieste
celebrerà la S.Messa con la partecipazione della nostra Corale
parrocchiale in occasione del Suo 50° anniversario di ordinazione
presbiterale.
A nome mio e di tutti porgo al caro Don Pietro gli auguri e le
felicitazioni più cordiali ed affettuose.” Ad multos annos”.

Saluto benedicendo paternamente.

Don Stefano Canonico.

07 ottobre 2012

Bollettino parrocchiale: Solennita della B.V. Maria Regina del Ss.mo Rosario nostra celeste patrona - 7 ottobre 2012

SOLENNITA’ DELLA B.V.MARIA REGINA DEL SS.MO ROSARIO
NOSTRA CELESTE PATRONA
7 OTTOBRE 2012

La festa del santo Rosario della Beata Vergine Maria fu istituita dal Papa San Pio V al fine di ricordare la strepitosa vittoria riportata dai Cristiani sui Mussulmani a Lepanto, il 7 ottobre 1571, giorno in cui le numerose e assai diffuse Confraternite del Rosario onoravano in modo particolare Maria santissima, proprio sotto l’invocazione di “Madonna del Rosario”.
Forma popolare di devozione e risultato di una lunga evoluzione attraverso gli ultimi secoli del basso Medio Evo, il Rosario – ad imitazione dei 150 Salmi del Salterio – conta 150 Ave Maria, ogni decina delle quali è intercalata da un Pater noster e accompagnata dalla meditazione di uno dei principali episodi della vita di Gesù e di Maria.
Le origini di tale preghiera non sono facilmente documentabili; uno dei primi accenni, in Occidente, alla pratica di pregare contando i grani si trova nella storia d’Inghilterra di Guglielmo di Malmesbury: egli narra che nel 1041 una certa Godiva, nobildonna di Coventry, lasciò morendo, una collana di gemme su cui era solita pregare, affinchè fosse messa al collo di una statua della Vergine. Ma già nel secolo X si sa che ai religiosi analfabeti (e quindi impossibilitati a recitare l’Ufficio corale) si faceva obbligo di ripetere più volte il Pater.
Nel secolo XII, col formarsi e diffondersi dell’Ave Maria, nacque lentamente il Psalterium Beatae Mariae Virginis, consistente nella recita di 150 Ave Maria e propagandato fra i laici da Francescani e Domenicani. Circa due secoli dopo si ebbe la divisione delle 150 Ave Maria in “poste” o decine, attribuita al certosino Enrico Egher di Colonia, morto nel 1408. Un altro certosino, Domenico di Prussia, nella seconda metà del Quattrocento introdusse l’uso di meditare i “misteri” della vita di Cristo. Ma la vasta diffusione popolare della devozione si deve al domenicano Alano de la Roche ed ai predicatori del suo Ordine.
Dopo il Concilio di Trento, la pratica del Rosario fu resa ancora più accessibile consentendo di limitare la recita a sole cinque decine di Ave Maria per volta. E venne fortemente raccomandata da San Pio V con la Lettera apostolica Consueverunt Romani Pontifices, diventando così la preghiera comune di tutte le famiglie cattoliche, sostenuta da un gran numero di confraternite e associazioni del Rosario.
Sul finire dell’Ottocento fu gran propugnatore del Rosario l’avvocato pugliese beato Bartolo Longo (1841.1926), fondatore del Santuario di Pompei. Egli fece di questa preghiera l’essenza del suo Cristianesimo e l’anima del suo apostolato religioso e sociale. Nel 1883 compose la Supplica alla Madonna del Rosario, considerata “la preghiera più famosa in tutto il mondo di un italiano di questi ultimi secoli” (A.Petrocchi). Essa sottolinea l’assoluto bisogno, per l’anima umana, di aggrapparsi alla rassicurazione che viene da Dio, e lo esprime con grande poesia in un inno al Rosario, che pone la creatura a contatto con il Creatore. Le suggestive immagini richiamano alla mente la rappresentazione michelangiolesca del Giudizio Universale: quella scena in cui due anime scampano alla dannazione eterna e raggiungono la salvezza aggrappandosi alla corona del Rosario, “vincolo di amore che ci unisce agli Angeli, catena dolce che ci rannoda a Dio”.
Dunque 15 sono i “misteri” che vengono meditati, opportunamente distribuiti in tre cicli che ricordano i principali eventi della storia della salvezza; la recita dell’orazione del Signore (Pater noster) tante volte quanti sono i misteri considerati, della dossologia trinitaria (Gloria Patri) e la successione litanica dell’Ave Maria consentono senz’altro di affermare, con il grande Papa Pio XII, che il Rosario è il “compendio di tutto quanto il Vangelo”. Questa forma altrettanto semplice che facile di preghiera, adatta anche ai meno colti, è divenuta col tempo una delle più care alla pietà privata, favorita ed arricchita di indulgenze da parecchi Pontefici.
La festa a cui ci prepariamo dunque, celebrando una grande vittoria, celebra anche l’umile ma potente arma cui è dovuta: la preghiera, e particolarmente quella del Rosario.


Riproponiamo il programma di domenica 7 ottobre e quelle delle domeniche e dei giorni feriali del mese di ottobre.

Domenica 7 ottobre:
Ore 09.00: S.Messa d’orario
Ore 10.00 :Processione con l’effigie della Madonna di Pompei per le vie della Parrocchia (piazza
Vecchia, via di Tor Bandena, via del Teatro Romano, via S.Spiridione, via S. Nicolò, via
Cassa di Risparmio, piazza della Borsa, Capo di Piazza, via Malcanton, via del Teatro
Romano, via del Rosario, piazza Vecchia
Ore 11.00:S.Messa d’orario. E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì
Ore 12.00:Supplica alla Madonna di Pompei
Ore 17.30 S.Messa d’orario (oggi è SOSPESA)
Ore18.30 Vesperi solenni alla presenza di S.E. Rev.ma Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo
Vescovo di Trieste. Mons. Arcivescovo terrà anche l’omelia..
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal Maestro concertatore e direttore d’orchestra
Elìa Macrì che eseguirà l’Ecce Sacerdos di A.Bruckner, il “Magnificat” BWV 243 di
J.S.Bach per soli, coro e orchestra
(solisti: soprano I Adriana Tomisic,soprano II Ingrid Iellenz, controtenore Peter Gus, tenore
Stefano Speranzon, basso Sikai Lai)

Il giorno 7 ottobre visitando la nostra chiesa si può ottenere l’Indulgenza Plenaria alle solite condizioni (recita del “Pater Noster” e del “Credo”, confessione e Comunione sacramentali quanto prima e recita di un Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del Sommo Pontefice).


Domenica 14 ottobre: ore 18.30 Funzione mariana
Canto solenne dei Mattutini dei Defunti

Lunedì 15 ottobre:
ore 18.30 : Vespri cantati dei Defunti
ore 19.00 : S.Messa cantata da Requiem in Rito Romano Straordinario per tutti i Fedeli e Benefattori
. defunti. Assoluzione al tumulo.
Musiche a cura della Cappella corale della Parrocchia della B.V. del Rosario. Direttore
M° Elìa Macrì

Domenica 28 ottobre: Chiusura solenne del Mese del Rosario
Ore 17.30: S.Messa letta cum Canticis in Rito Romano Straordinario
Solenne Processione Eucaristica
Gran Te Deum di ringraziamento
Musiche a cura della Cappella Corale ed Orchestrale della Parrocchia B.V. del Rosario:
M.A. Charpentier, Te Deum. Direttore d’orchestra M° Elìa Macrì

Mercoledì 31 ottobre:
Ore 17.30: S.Messa d’orario (assolve il precetto festivo)
Ore 19.00: S.Messa cantata in Rito Romano Straordinario della Festa di tutti i Santi (assolve il precetto
festivo)




PER TUTTO IL MESE DI OTTOBRE 2012:

Dal Lunedì al Venerdì compresi:
ore 09.00 S.Messa d’orario
ore 18.30 Funzione mariana (Esposizione, S.Rosario, Litanie, Benedizione Eucaristica)

Ogni sabato:
ore 09.00 S.Messa cantata in onore della Madonna in Rito Romano Straordinario
ore 18.15 Vespri Votivi cantati della Beata Vergine Maria

Ogni domenica
Ore 18.30 Funzione mariana predicata
(con l’Inno Tantum Ergo di autori vari per tenore e baritono)

Ci aiuti e ci protegga la Vergine Santissima, ottenga per noi da Dio tutte le preziose grazie di cui abbiamo bisogno costantemente e maternamente ci benedica.


Don Stefano Canonico