Vangelo: Lc 4,1-13
Satana aspetta che Gesù
abbia trent’anni per tentarLo, perché è solo allora che Egli si
mostra come Messìa al Suo battesimo. L’introduzione parla di Gesù
e dei Suoi movimenti quando è condotto dallo Spirito nel deserto per
il digiuno; in questa vicenda si può ravvisare l’immagine di Adamo
ed il ricordo della Genesi, perché Adamo fu scacciato dal Paradiso
nel deserto, mentre Cristo, il nuovo Adamo, va nel deserto per noi,
per uscire dal deserto della tentazione e per ricondurci in Paradiso.
La prima tentazione cerca
di indurre il Signore al peccato di gola che ha condannato il primo
Adamo il quale è caduto per aver mangiato il cibo proibito; Gesù
vince per non aver mangiato il cibo con cui Satana lo tenta in un
momento di grande fame dopo quaranta giorni di digiuno. Gesù, Figlio
di Dio incarnato, il Verbo di Dio è il pane della vita che viene dal
cielo che nutrirà il popolo con se stesso; e sconfigge Satana con
questo pane celeste, la Parola di Dio.
Nella seconda tentazione
i regni che il Demonio mostra al Signore in un momento non sono come
quelli dei Romani o dei Persiani ma il dominio di Satana sul mondo.
Il Diavolo ha preso questo mondo con la frode, ma ora che Cristo è
venuto, lo riporterà sotto la Sua propria autorità attraverso la
Sua obbedienza, sofferenza e morte. Nella tentazione finale Satana,
cambia tattica, ma Gesù rimane fedele alla Sua persona e alla Sua
natura immutabile. Adamo fu attratto dal cibo, ma qui Israele ripete
il peccato di Eva che desiderò venerare un altro oltre al Signore.
Il salmo si rivolge a tutti i giusti ai quali in Cristo è dato il
potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni, come Lui
promise ai Settantadue. Anche se il tempio può essere distrutto, il
pinnacolo del tempio, Gesù, dura per sempre. Le tre tentazioni
rappresentano tutte le tentazioni possibili nella vita umana, perché
il diletto della carne, il fascino della gloria e l’avidità di
potere sono la radice di ogni passione. Il Diavolo, sconfitto, si
allontana, ma non rinuncerà a combattere Cristo con altri mezzi.
(S.Efrem il Siro, SCirillo di
Alessandria, S.Ambrogio, Origene, Prudenzio)
La
Quaresima nella sostanza è antica quanto la festa di Pasqua di cui
fu considerata sempre come solenne preparazione. La primissima idea
però di un tempo di penitenza in preparazione alla Pasqua sembra
essere sorta a riguardo specialmente dei catecumeni che con il
digiuno e la preghiera si preparavano a ricevere il Battesimo nella
notte di Pasqua.
Questo
concetto del “Battesimo di penitenza” è sotteso anche oggi in
tutta la liturgia quaresimale. Ma chiare testimonianze di una
Quaresima propriamente detta, dell’estensione cioè di sei
settimane, non si riscontrano se non nel IV secolo. Da lunghissimo
tempo la solennità del sacro digiuno si apre con il Mercoledì delle
Ceneri, però ancora all’epoca del Santo Pontefice e Dottore della
Chiesa Gregorio Magno (590-604) cominciava il primo lunedì di
Quaresima. Siccome venivano, però, a mancare 4 giorni ai 40 in cui
Nostro Signore Gesù Cristo digiunò, poiché la domenica nella
Chiesa Romana non si considerò mai come giorno di digiuno, si decise
tra il VII e l’VIII secolo di anticiparlo al mercoledì di
Quinquagesima (il mercoledì precedente la I^ Domenica di Quaresima)
che venne a denominarsi appunto “Mercoledì delle Ceneri” per
l’imposizione delle medesime sul capo dei fedeli come concreto
richiamo alla penitenza per i nostri peccati.
La
penitenza, nei suoi molteplici salutari aspetti, soprattutto in
questo tempo di Quaresima, viene a riassumersi in tre modalità: la
preghiera, il digiuno e l’elemosina.
Non possono essere separate pena lo svilimento di ognuna e la S.Madre Chiesa ci invita a praticarle con profondo amore e convinzione poichè così ripariamo il male commesso aprendoci generosamente a Dio e al prossimo. Questa è la conversione tanto ribadita ed auspicata dal Signore e dalla Sua Chiesa. In questo contesto viene a collocarsi l’iniziativa della nostra Parrocchia già annunciata la scorsa settimana ma che ripetiamo per tutti coloro che non fossero stati presenti domenica 10 febbraio.
Per
richiamare i fedeli alla salutare meditazione delle sofferenze di
Gesù Cristo sopportate per la nostra salvezza e per indurli ad
imitare con gratitudine ed amore il Salvatore nonchè stimolarli a
compiere degni frutti di penitenza così necessaria a conseguire la
salvezza eterna, la Parrocchia organizza a questo fine una
processione con il S. Crocifisso che partirà dalla chiesa di S.Maria
Maggiore (Madonna della Salute) e raggiungerà poi la nostra chiesa
(B.V. del Rosario) per domenica 17 febbraio, I^ domenica di
Quaresima, alle ore 16.15.
Al canto delle Litanie dei Santi usciremo dalla chiesa di S.Maria
Maggiore, dove ci saremo radunati, e attraverso via del Collegio, via
Donota, largo Riborgo, via del Teatro Romano, via del Rosario, piazza
Vecchia, entreremo nella nostra chiesa il cui pavimento sarà
cosparso di alloro che calpestato emana un profumo gradevole. Questo
è un richiamo a Cristo che maltrattato ed umiliato effonde la soave
fragranza della santità ed allo stesso modo, sul Suo esempio i Santi
Martiri.
L’alloro è simbolo di
vittoria che si consegue quando si soffre uniti al Signore e questa
vittoria è il trionfo sul male e sul peccato che ci umiliano e
sviliscono ed infine la vita eterna.
Sarà
poi cantato, dalla nostra Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa
Macrì, il “Miserere” di Gregorio Allegri (1582-1652) e l’inno
“Vexilla Regis prodeunt” di Venanzio fortunato (VI secolo) in
onore della S.Croce con la cui Reliquia verrà impartita la
benedizione e quindi sarà offerta, per chi lo desidera, da baciare
come gesto squisito di amore e di onore verso quel terribile
strumento di morte che Nostro Signore Gesù Cristo trasformò in
strumento di salvezza.
Seguirà
la S.Messa come d’orario,
Alle
ore 17.30 in latino
Alle
ore 18.30 solenne “via Crucis” seguendo il testo e la musica
composti da S. Leonardo da
Porto Maurizio.
Ricordiamo, dunque, per
l’entrante settimana:
Domenica 17 febbraio:
Domenica I^ di Quaresima.
Solenne Processione
penitenziale con il S.Crocifisso
Ore 16.00 ritrovo a
S.Maria Maggiore
Ore 16.15 inizio
della processione con arrivo alla chiesa del Rosario attraverso
le vie del Collegio, Donota, Largo
Risorgo, Teatro Romano, del
Rosario, piazza Vecchia, canto del
“Miserere” di Gregorio Allegri,
benedizione con la Reliquia della S.Croce
e bacio della Reliquia
stessa.
Ore 17.30 S.Messa
d’orario in latino con cantici. E’ presente, così come per la
S.Funzione sopra descritta, la nostra
Corale parrocchiale diretta dal
M° Elìa Macrì
Ore 18.30 Solenne
“Via Crucis”
is”.
Durante tutta la
S.Quaresima al Venerdì e alla Domenica, alle ore 18.30 si terrà il
pio esercizio della “Via Crucis”.
Si
rammenta che al Mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo si è
tenuti al digiuno e all’astinenza, gli altri venerdì di Quaresima
all’astinenza a meno che non coincida con una solennità ad esempio
il 19 marzo (S:Giuseppe) o il 25 marzo (l’Annunciazione del
Signore): In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che
coincidano con un giorno annoverato fra le solennità, si deve
osservare l’astinenza come più sotto precisato oppure si deve
compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera o di carità.
Per digiuno si
intende fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di
prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera.
L’astinenza
proibisce l’uso delle carni come pure dei cibi e delle bevande che,
ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente
ricercati e costosi.
Il digiuno e l’astinenza
come sopra precisati sono consigliati il Sabato Santo fino alla
Veglia pasquale.
Alla legge del digiuno
sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato, alla
legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età
e rimane valida tutta la vita.
Dall’osservanza
dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza può
scusare una ragione giusta, come ad esempio la salute malferma.
Per eventuali ulteriori
precisazioni ci si può rivolgere ad un sacerdote.
Augurando a tutti
una proficua S.Quaresima, ricordando nella preghiera ciascuno di Voi
imparto volentieri la mia benedizione.
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