01 gennaio 2013

Mons. Pozzo celebra la grande messa pontificale al faldistorio

Si è svolto in un’atmosfera solenne e al tempo stesso familiare la grande messa pontificale al faldistorio celebrata secondo il rito cosiddetto di s. Pio V lo scorso 15 dicembre da mons. Guido Pozzo, da poco eletto arcivescovo elemosiniere apostolico da Papa Benedetto XVI. È stato come un ritorno a casa, nella città che ha dato i natali a questo prelato, da molti anni stretto collaboratore dell’allora cardinale Josef Ratzinger, oggi sommo pontefice, felicemente regnante. Dopo un triennio di attività presso la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, l’organismo vaticano responsabile dei fedeli legati all’antica disciplina liturgica della Chiesa, mons. Pozzo ora si occuperà della carità del Papa, svolgendo un ufficio che lo enumera tra i componenti della Famiglia pontificia.
L’appuntamento con i fedeli della Parrocchia della Beata Vergine del Rosario è iniziato alle ore 17.00, con un incontro informale assieme ai collaboratori del parroco, don Stefano Canonico, nel corso del quale il presule ha proposto alcune personali riflessioni sulle attuali condizioni della vita della Chiesa nell’anno della Fede. Successivamente, auspice una provvidenziale interruzione delle forti piogge, alle 18.30 mons. Pozzo, rivestito della cappamagna paonazza, ha effettuato il solenne ingresso, preceduto dalla croce astile. Dopo la breve adorazione e le cerimonie di vestizione dei sacri paramenti, ha avuto inizio la solenne liturgia pontificale, fungendo da diacono e suddiacono don Sven Leo Conrad e don Francesco Riegger, sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pietro, amici della nostra comunità; il parroco fungeva da prete assistente. Assistevano il vicario generale della diocesi, mons. Pieremilio Salvadè, ed il vicario parrocchiale can. Prof. Pietro Zovatto, in abito corale. Il rito è stato mirabilmente diretto dal cerimoniere, prof. Giulio Micheli, mentre il servizio all’altare ha visto l’intervento di ministranti provenienti anche dalla parrocchia di Monza, “enclave” di rito romano nella diocesi ambrosiana. Si tratta della prima celebrazione pontificale al faldistorio compiuta dai tempi della consacrazione della chiesa, avvenuta per mano del vescovo conte Antonio Marenzi: allora si tenne una semplice messa letta.
L’accompagnamento musicale, curato dalla cappella corale diretta da Elia Macrì, ha proposto un repertorio della polifonia classica: l’ “Ecce sacerdos magnus” di T.L. de Victoria, l’ordinario della messa composto da A. Lotti, con il proprio in gregoriano ed interludi organistici. Ricorreva infatti la domenica “Gaudete”, durante la quale la liturgia consente quasi un anticipo della gioia del Natale, consentendo all’organo di suonare e alla Chiesa di rivestirsi di paramenti rosacei. Mons. Pozzo, nel corso dell’omelia, ha ripreso le parole dell’apostolo s. Paolo che invitano i credenti in Gesù Cristo a rallegrarsi nello spirito richiamando il senso autentico della gioia cristiana, capace di superare il vuoto sentimentalismo perché fondata su solida roccia. L’arcivescovo ha pronunciato parole di ammonimento e di conforto, tracciando le coordinati di vita del cristiano, riassumibili nelle virtù teologali di Fede, Speranza e Carità. Il testo completo sarà offerto ai lettori del blog TradizioneTrieste.
Il parroco, nel salutare l’illustre ospite, ha sintetizzato l’affetto che lega la parrocchia a mons. Guido Pozzo – a cui è stato offerto un dono – rinnovando l’invito a ritornare anche nel prossimo futuro, compatibilmente agli impegni legati alla nuova prestigiosa mansione.
Al termine della s. messa, l’arcivescovo ha ricevuto l’omaggio dei fedeli che hanno voluto porgere il bacio dell’anello – dono del Papa – a significare il mistico sposalizio con la Chiesa rappresentato dalla pienezza del sacerdozio ministeriale, lucrando altresì l’indulgenza parziale. Riassunta la cappamagna, mons. Pozzo benedicendo è uscito di chiesa e ha raggiunto la casa parrocchiale, da cui poi è partito salutando e ringraziando, non senza aver assicurato agli amici un particolare ricordo nella preghiera quotidiana. Anche noi promettiamo di fare altrettanto. Un piccolo corredo di foto rende testimonianza dell’evento.

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