24 giugno 2012

Bollettino parrocchiale: Natività di San Giovanni Battista - 24 giugno 2012


Vangelo: Lc.1,57-66.80
Impariamo a conoscere e ad amare i Santi.

Giovanni, detto il “Battezzatore” (Battista), è figlio di Zaccaria e di Elisabetta, entrambi di stirpe sacerdotale. Sappiamo, dalle parole dell’angelo Gabriele, che Giovanni (il cui nome significa “Dio è propizio”) è concesso ai due coniugi in età avanzata. Già vaticinato nella S.Scrittura come precursore del Messìa, Giovanni incarna il carattere forte di Elìa. La sua missione infatti rassomiglierà “nello spirito e nella potenza” a quella del profeta Elìa, inviato a preparare “un popolo perfetto” per l’avvento del Messìa. Il nascituro avverte la presenza di Gesù “sobbalzando di gioia” nel seno materno in occasione della visita di Maria alla cugina Elisabetta. Inviato da Dio a “raddrizzare le vie del Signore”, fu santificato dalla grazia divina prima ancora che i suoi occhi si aprissero alla luce. “Ecco – dice Elisabetta – <ripiena di Spirito Santo> a Maria – appena la voce del tuo saluto ha colpito i miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio seno”. Secondo la cronologia suggerita dall’angelo Gabriele (“questo è il sesto mese per Elisabetta”), la nascita del Precursore, come viene anche chiamato S.Giovanni Battista, è stata fissata dalla Chiesa latina tre mesi dopo l’annunciazione e sei mesi prima del Natale. La celebrazione della Natività del Battista è, con quella della nascita di Gesù e di Maria, la sola festività liturgica che la chiesa dedica alla nascita di un Santo. S.Giovanni Battista, scelto a patrono da ben sessantasei città e paesi italiani, è il primo Santo venerato nella chiesa universale con una festa liturgica particolare, in data antichissima. Già S.Agostino (354-430) ci dice che il Santo era commemorato il 24 Giugno nella Chiesa africana.


Oggi in Roma era giorno politurgico, poiché delle quattro Messe in onore del Battista recensite nel Sacramentario Leoniano (VI-VII sec.) (per “Sacramentario” si intende una raccolta antichissima di formulari di Messe), la terza reca appunto il titolo: “Ad fontem”. E’ segno dunque che le altre erano celebrate nella grande basilica del Salvatore (S.Giovanni in Laterano) ed in qualche altro santuario urbano intitolato a S.Giovanni – papa Simmaco (498-514) ne aveva eretto uno anche presso il battistero Vaticano – e che solo la terza Messa era offerta nell’oratorio Lateranense costruito da papa Ilaro (461-468) “Ad fontem”. Di questa primitiva ricchezza della liturgia romana, il Sacramentario Gregoriano (VII sec.) conserva una traccia. Oltre la Messa notturna, vi sono le collette (Colletta: la prima delle preghiere della S.Messa) tanto “in prima Missa”, che per una seconda , verosimilmente la stazionale,celebrate nell’aula del Salvatore.
Anche ai Vesperi ricorre lo stesso ordinamento. Dopo l’Ufficio compiuto nella grande basilica Lateranense il Clero s’incamminava processionalmente a celebrare come il giorno di Pasqua, uno più breve “ad fontes”, di cui il Gregoriano ci conserva la colletta finale. Nessuno si meraviglierà di questa magnificenza dell’antica devozione verso il Battista, quando si rifletta sul ruolo eminente avuto da S.Giovanni nella storia della salvezza come già abbiamo sottolineato. La sua “bolla di canonizzazione” la si trova nello splendido elogio che di lui fece lo stesso Cristo Gesù quando lo indicò alle folle come il più grande tra tutti i profeti e nati da donna, il nuovo Elìa, la lucerna ardente e splendente. Altrettanto antica è la celebrazione della vigilia del Santo, conosciuta già nel Sacramentario Leoniano, soppressa soltanto dal nuovo calendario liturgico.
La melodia dell’antifona all’”Introito” (inizio) della Messa della Vigilia di S.Giovanni è uno dei più squisiti pezzi dell’arte gregoriana, come in genere il canto di quasi tutte le Messe vigiliari, a preferenza delle stesse Messe delle solennità e questo perché, per gli antichi, il Sacrificio solenne al termine della Vigilia notturna era precisamente la Messa festiva dove tutti convenivano. In origine, infatti, era l’unica Messa che si celebrava nei giorni di grande solennità.
Il suo culto ovunque diffuso è caratterizzato, in giugno, dalle ritualità tipiche delle feste del solstizio, quali l’accensione di fuochi e danze e corse intorno e sopra ad essi, che celebravano insieme al Santo che segnò il passaggio dall’Antica alla Nuova Alleanza, dalla promessa alla pienezza dei tempi, il passaggio dalle promesse primaverili di frutti e vita alla pienezza estiva dei raccolti: la sua vigilia veniva quindi celebrata con fuochi e balli, e si restava nei campi per bagnarsi con la rugiada, chiaro richiamo all’acqua battesimale, fatto che costituiva un ottimo auspicio. La simbologia del fuoco è vastissima citiamo ad esempio quella della purificazione perché esternamente attinente a questa Festa: basti ricordare gli incendi dei campi per eliminare le stoppie e gli arbusti così da preparare un terreno fertile che produrrà natura viva e rigogliosa. Ciò logicamente richiama alla mente la penitenza, tanto vissuta e praticata dal Battista, attraverso la quale veniamo ad eliminare da noi, bruciamo le opere morte del Maligno che ci degradano, che ci rendono spiritualmente sterili per divenire invece terreno fertile, accogliente dove la Grazia celeste può attecchire facilmente ed operare meraviglie come appunto nei Santi.
La “Legenda aurea” (antica raccolta di narrazioni della vita dei Santi) riporta i suoi nove speciali privilegi:
  1. la sua nascita fu annunziata dallo stesso angelo che portò l’annuncio a Maria
  2. esultò nel seno materno all’incontro con Gesù
  3. la prima a prenderlo in braccio alla nascita fu Maria
  4. restituì al padre la parola
  5. istituì il Battesimo
  6. annunziò la missione di Gesù
  7. Lo battezzò
  8. Fu da Lui lodato
  9. Annunciò a quanti erano nel Limbo la Sua imminente venuta
Il Suo patronato di cantori e musicisti deriva dal fatto che il monaco Guido d’Arezzo (999ca-1050) definì i nomi delle note prendendoli dalle sillabe iniziali dell’inno dei Vesperi in suo onore composto da Paolo Diacono (dopo il 720- ca 799) monaco cassinese nativo di Cividale del Friuli:
UT queant laxis/ REsonare fibris/ MIra gestorum/ FAmuli tuorum/ SOLve polluti/ LAbii reatum,/ Sancte Ioannes”.
La nota “si” è composta da S (Sancte) e I (Ioannes). Questo dice la prima strofa dell’inno suddetto: “Perché i devoti possano cantare con tutta lena le tue mirabili gesta, togli la colpa che contamina il labbro, o S.Giovanni”. Ricordiamo che UT fu sostituito da DO in Italia nel XVII secolo.
Nella storia della Redenzione, dunque il Battista è tra le personalità più singolari: è l’ultimo profeta ed il primo apostolo in quanto precede il Messìa e gli rende testimonianza. E’ più che un profeta – disse ancora Gesù – Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando il mio messaggero davanti a te per preparare la tua via dinanzi a te”. Fustigatore dell’ipocrisia e del malcostume, pagò col martirio il rigore morale che egli non solo predicava, ma metteva in pratica, senza cedimenti anche di fronte alla minaccia di morte. Il 29 agosto la Chiesa ricorda con una seconda celebrazione liturgica il martirio del Battista, prototipo del monaco e del missionario.

Venerdì 29 giugno ricorre la solennità dei SS.Apostoli Pietro e Paolo
Pietro, chiamato prima Simone, figlio di un certo Giona o Giovanni, era originario di Betsaida in Galilea. Dopo il suo matrimonio spostò il suo domicilio a Cafarnao e qui insieme al fratello Andrea esercitava il mestiere di pescatore. Andrea era discepolo di Giovanni Battista ed essendosi un giorno incontrato con Gesù ed avendoLo riconosciuto come Messìa (che significa “Inviato”) condusse a Lui suo fratello Simone che ricevette dal Signore il nome di Pietro. Chiamato poi ad essere discepolo di Gesù, venne ascritto per primo al Collegio Apostolico ed ebbe il primo posto tra loro. Per tre anni seguì da vicino Gesù Cristo, ascoltando i Suoi insegnamenti, presenziando ai Suoi miracoli, ricevendo i più grandi favori e mostrandosi impetuoso e pieno di fede e di amore ardente. Per questo, sebbene per debolezza poi Lo rinnegasse,meritò di essere fatto dal Signore Pastore Supremo di tutta la Chiesa.Nel giorno di Pentecoste per primo predicò coraggiosamente che il Signore Gesù è il Salvatore convertendo circa tremila persone, per primo fece un miracolo nel nome di Gesù Nazareno annunziando sempre apertamente che non v’è salvezza se non in Lui. Dopo varie persecuzioni, imprigionato da Erode Agrippa, fu liberato miracolosamente da un Angelo per approdare poi a Roma e fondarvi la madre di tutte le Chiese. Tornato in Oriente, presiedette il Concilio di Gerusalemme e dopo aver predicato il Vangelo in diversi luoghi andò nuovamente a Roma dove concluse la Sua vita con il glorioso martirio, avvenuto, secondo la tradizione l’anno 67. Fu crocifisso con la testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale. Come scrittore Pietro ci ha lasciato due lettere.

Paolo nacque a Tarso in Cilicia da pii genitori appartenenti alla tribù di Beniamino. L’ottavo giorno dalla nascita fu circonciso e ricevette il nome aramaico di Saulo, il Desiderato, a cui fu poi aggiunto il soprannome romano di Paolo. Alle discipline giudaiche apprese prima in famiglia e poi a Gerusalemme alla scuola del celebre Gamaliele, aggiunse la professione di fabbricatore di tende che poi gli giovò tanto da guadagnarsi il sostentamento senza essere di peso a nessuno. Durante la vita pubblica del Signore sembra sia stato assente da Gerusalemme poiché è certo che non conobbe il Divin Redentore. Ma poco dopo la Pentecoste lo troviamo di nuovo a Gerusalemme ed accortosi del pericolo che correva il Giudaismo, si sentì pieno di zelo per la legge di Mosè, e non contento di approvare la morte di Stefano si mise furiosamente a devastare la Chiesa di Dio. Convertito prodigiosamente sulla via di Damasco, diventò l’Apostolo ed il dottore dei Gentili, cioè dei pagani, che tutti ammiriamo. Dopo aver convertito gran parte della Siria, dell’Asia Minore e della Grecia venne arrestato a Gerusalemme e dopo due anni inviato a Roma per essere giudicato dall’imperatore al quale si era appellato come cittadino romano. Questa prigionìa durò due anni, dopo i quali potè riacquistare la libertà. Allora, secondo molti scrittori si spinse fino in Spagna a predicarvi il Vangelo, probabilmente verso il 64, quindi ritornò in Oriente a visitare le chiese già fondate. Ritornato a Roma, verso la fine del 66, venne subito imprigionato e condannato a morte per decapitazione al II miglio della via Ostiense e qui fu sepolto. La mirabile dottrina di S.Paolo è racchiusa nelle sue stupende tredici lettere.
Oggi si discute ancora se la “Lettera agli Ebrei” sia stata scritta dall’Apostolo delle Genti oppure no.
La solennità dei SS.Pietro e Paolo è una delle più antiche e solenni dell’anno Liturgico. Essa venne inserita nel Santorale ben prima della festa del Natale e vi era già nel IV secolo la costumanza di celebrare in questo giorno tre SS.Messe: la prima nella Basilica di S.Pietro in Vaticano, la seconda in S.Paolo fuori le Mura e la terza nelle Catacombe di S.Sebastiano dove le reliquie dei due Apostoli dovettero essere nascoste per qualche tempo per sottrarle alle profanazioni. C’è un’eco di questa abitudine nel fatto che oltre la S.Messa del giorno è previsto un formulario per la S.Messa vespertina della vigilia per quanto riguarda anche il Rito Nuovo. Dopo la Vergine Santissima sono proprio S.Pietro e S.Paolo, insieme a S.Giovanni Battista i Santi ricordati più frequentemente e con maggiore solennità nell’Anno Liturgico: oltre alla festa del 29 giugno ci sono infatti le ricorrenze del 25 gennaio (conversione di S. Paolo), 22 febbraio (Cattedra di S.Pietro) e 18 novembre (dedicazione delle Basiliche dei SS:Pietro e Paolo). Sembra poi che la festa del 29 giugno sia stata la “Cristianizzazione” di una ricorrenza pagana che esaltava la figura di Romolo e Remo, i due mitici fondatori della Città Eterna. S.Pietro e S.Paolo, infatti, pur non essendo stati i primi a portare la fede a Roma, sono realmente i fondatori della Roma cristiana: l’antico inno liturgico “Decora lux aeternitatis” li definisce “Romae Parentes” (procreatori di Roma) che “fundata tali Sanguine” “celsum verticem devotionis extulit” (fondata da tale sangue innalza il vertice eccelso di devozione) così come recita un altro inno. La Parola ed il Sangue sono il seme con cui i SS.Pietro e Paolo, uniti a Cristo, hanno generato e generano la Roma cristiana e la chiesa intera.

In questo giorno così solenne ricordiamo nella nostra preghiera con filiale e profondo affetto il Santo Padre, il Papa, successore di S.Pietro. Con gratitudine chiediamo al Signore che lo ricolmi di ogni grazia e benedizione perché il Suo altissimo Magistero sia sempre così luminoso ed incida efficacemente nelle coscienze di ciascuno di noi.

Ricordiamo brevemente che la nostra chiesa è l’”erede” dell’antica chiesa di S.Pietro, che fungeva anche da aula di giustizia, demolita verso la metà del XIX secolo per far luogo all’attuale Piazza dell’Unità. Inoltre sulla parete destra della chiesa, in prossimità del presbiterio, si conserva una grande tela del XVII sec. dipinta dal pittore veneziano Sante Peranda che raffigura S.Pietro mentre estrae da un pesce appena pescato la moneta del tributo.

Per l’entrante settimana si ricorda:
domenica 24 giugno: ore 18.30 Vesperi solenni in onore di S.Giovanni Battista, canto delle Litanie
del S.Cuore e Benedizione Eucaristica
Lunedì 25 giugno: ore 17.30 S.Messa di suffragio per Mons. Antonio Dessanti
Giovedì 28 giugno: Vigilia dei SS.Apostoli Pietro e Paolo
ore 09.00 S.Messa vigiliare cantata in latino.
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì
ore 18.30 Primi Vesperi solenni di apertura delle festività dei SS.Pietro e Paolo.
Al termine canto dell’Antifona in loro onore.
Venerdì 29 giugno: solennità dei SS.Apostoli Pietro e Paolo (non è festa di precetto)
ore 09.00 S.Messa cantata in latino.
E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì
Sabato 30 giugno: ore 17.30 S.Messa d’orario
ore 19.00 S.Messa d’orario in latino cantata in onore del Preziosissimo Sangue di
Nostro Signore Gesù Cristo
Vogliamo sottolineare con cura che tutto il mese di luglio è dedicato al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. Il meditare il Suo Sacrificio d’amore per ciascuno di noi sia stimolo di profonda riconoscenza e di incondizionata dedizione nei confronti del Salvatore, nonchè di crescita spirituale da parte nostra.

Durante le mattine del 25 e del 27 giugno, dopo le ore 09.30, la chiesa rimane chiusa per lavori in corso.

RicordandoVi nella preghiera Vi saluto e Vi benedico paternamente.


Don Stefano Canonico





Note:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
  • L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo
dalle ore 9.30 alle ore 12.00
  • Le offerte pervenute finora per il baldacchino sono di Euro 2.401,00 mancano Euro 1.099,00 per il completamento della spesa sostenuta.
  • Le offerte ricevute per i paramenti ammontano a Euro 2.542,50 mancano Euro 957,50
Grazie a Quanti hanno già offerto il loro contributo.
Grazie a Quanti potranno concorrere per il saldo.
Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in sacrestia. Grazie
  • E’ disponibile il catechismo YOUCAT per conoscere e vivere la fede della Chiesa (€ 12.99)
  • Ricordiamo il codice fiscale dell’Associazione “Amici della Musica Luigi e Federico Ricci” per chi desiderasse contribuire con il 5 per mille:90118110320 grazie
  • Si fa presente che la nostra chiesa non riceve contributi da nessuno e quindi vive con le offerte dei fedeli. Un grazie ai benefattori.
  • Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole –
via Mazzini 7 – 34121 Trieste: conto corrente 400855/12 –
  • codice IBAN IT68I0533602207000040085512
  • Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo: www.tradizionetrieste.info

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