23 ottobre 2008

Storia del Rosario - prima parte

Il Rosario, considerato come corona composta da 150 nodi, fu in uso fra i primi eremiti, i quali non essendo capaci di recitare il Salterio davidico, solito a dirsi dai loro maestri, recitavano 150 “Pater” in luogo dei 150 salmi di cui consta il suddetto Salterio. Per non sbagliarsi nella numerazione, usavano far passare fra le dita i diversi nodi, suddivisi per decine, fatti su un piccolo cordone, che si suppone portassero pendente al lato sinistro della cintura che teneva stretta alla vita la lunga veste, come ancora oggi si vede, ad esempio, nell’abito dei Francescani.

Ma il Rosario, come oggi lo conosciamo, è una devozione che ha un’origine soprannaturale. Verso l’anno 1212 mentre la Chiesa era travagliata dal diffondersi dell’eresia degli Albigesi, a S. Domenico, che assieme a S. Francesco d’Assisi si impegnava con ardente zelo per il bene del Corpo mistico di Cristo cercando di arginarla e pregava la Madonna di indicargli la modalità più appropriata, Questa apparve dandogli, con la sua stessa mano, una corona composta da 15 decine di piccole sfere regolarmente divise da 15 grani più grossi. Spiegandogli come si doveva usare disse chiaramente: “Praedica Rosarium meum, nam haec precandi formula erit unica ad evertendas haereses, vitia extinguenda, virtutes promovendas, misericordiam Dei implorandam, magnum ac singulare in Ecclesia praesidium (Predica il mio Rosario, infatti questa preghiera sarà l’unica adatta a sconfiggere le eresie, ad estinguere i vizi, a promuovere le virtù, ad implorare la misericordia di Dio, sarà grande e singolare difesa nella Chiesa)”. E la profezia si verificò subito. Il S. Rosario predicato da S. Domenico e dai suoi frati operò incredibili prodigi primo fra i quali il trionfo del Cattolicesimo sull’eresia albigese. I suoi devoti, inoltre, furono beneficati da grazie particolarissime; infermi risanati, indemoniati liberati, morti risuscitati, eretici convertiti, peccatori ravveduti, incendi estinti, tempeste sedate, temporali dissipati.

Per cui il Rosario divenne subito una devozione diffusa in tutto il mondo e fu ritenuto come l’insegna caratteristica di ogni cattolico tanto che non si accordava impiego, non si accoglieva nelle scuole, nelle botteghe artigianali ed addirittura nell’esercito se non chi ne professava la sua devozione portando bene in vista la corona, usanza rimasta oggi per alcuni Ordini religiosi. Le persone facoltose facevano cospicue offerte per mantenere i predicatori dle Rosario, per distribuire ai poveri le corone e per celebrare solennemente la festa, senza dimenticare le amplissime Indulgenze con cui fu arricchito dai Pontefici.

Un’altra fulgida vittoria cattolica da ascriversi al Rosario è quella della battaglia che si combatté nel golfo di Lepanto contro i Turchi il 7 ottobre 1571 e fu talmente evidente l’intervento celeste da indurre la Repubblica di Venezia a scrivere nei suoi registri: “Non vires, non arma, non duces, sed Maria Rosarii fecis nos victores (non le forze, non le armi, non i comandanti, ma Maria del Rosario ci rese vincitori)” e determinò il Papa S. Pio V a stabilire nella prima domenica di ottobre la festa della Madonna della Vittoria che più tardi Gregorio XIII denominò la festa del Rosario.

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