Per i numerosi ed autorevoli interventi sull’importanza ed efficacia della preghiera del Rosario il S. Padre Leone XIII di v.m. può ben dirsi “il Papa del Rosario”. Li ricordiamo:
- l’Enciclica “Supremi Apostolatus” (1 settembre 1883). Si stabilisce di aggiungere, nelle Litanie Lauretane, l’invocazione: “Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis”.
- Il Breve Apostolico “Salutaris ille spiritus precum” (24 dicembre 1883). Viene raccomandata la recita quotidiana del Rosario ed è confermata solennemente l’inserzione dell’invocazione: “Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis” nelle Litanie Lauretane.
- Il Decreto generale della S. Congregazione dei Riti (19 giugno 1884) in cui si vieta la traslazione dell’ufficio della festa del SS. Rosario in altro giorno a meno che non ricorra il medesimo giorno l’Ufficio di un rito più importante.
- L’Enciclica “Superiori anno” (30 agosto 1884). Tratta della recita del S. Rosario nel mese di ottobre; vengono concesse speciali indulgenze a questo pio esercizio.
- Il Decreto “Urbis et Orbis” della S. Congregazione dei Riti (20 agosto 1885). E’ prescritta la recita del Rosario durante il mese di ottobre di ogni anno in tutte le chiese parrocchiali.
- L’Enciclica “Quod auctoritate Apostolica” (22 dicembre 1885). E’ indetto un Giubileo straordinario per tutto l’anno 1886 sotto il patrocinio della Beatissima Vergine del Rosario.
- Il Decreto “Urbis et Orbis” della S. Congregazione dei Riti (11 settembre 1887). La solennità del SS. Rosario è elevata a rito doppio di seconda classe.
- La Lettera “Vi è ben noto” ai Vescovi italiani (20 settembre 1887) sul mese di ottobre sacro alla Vergine del Rosario.
- Il Decreto “Urbis et Orbis” della S. Congregazione dei Riti (5 agosto 1888). Sono approvati e prescritti per tutta la Chiesa l’Ufficio e la Messa propria del SS. Rosario.
- L’Enciclica “Quamquam pluries” (15 agosto 1889). Viene richiesto il Patrocinio di S. Giuseppe e della Beata Vergine nel mese di ottobre sacro al Rosario.
- L’Enciclica “Octobri mense” (22 settembre 1891). Sul Rosario Mariano. Vi si lamenta i mali che affliggono la Chiesa, si suggerisce il rimedio della preghiera, specialmente del SS. Rosario, e si inculca lo spirito della mortificazione cristiana.
- L’Enciclica “Magnae Dei Matris” (8 settembre 1892). Il devoto esercizio del Rosario è mezzo idoneo per conservare la fede e luminoso esempio di perfetta virtù.
- L’Enciclica “Laetitiae sanctae” (8settembre 1893). Sul Rosario Mariano. I Misteri del SS. Rosario si oppongono efficacemente a tre mali della società: alla noia della vita modesta e faticosa, all’orrore del dolore, e al dimenticarsi della vita futura.
- L’Enciclica “Iucundo semper” (8 settembre 1894). Sulla bellezza ed efficacia del Rosario Mariano. Vengono condannate le storie del romanziere Emil Zola contro la Vergine Immacolata di Lourdes ed il dramma di Giovanni Bovio contro il divino Redentore: vengono indetti atti di riparazione.
- L’Enciclica “Auditrice populi Christiani” (5 settembre 1895). La recita del Rosario per ottenere la grazia del ritorno delle Chiese separate al Cattolicesimo. E’ raccomandata la costruzione del tempio alla Vergine del Rosario a Patrasso in Acaia.
- L’Enciclica “Fidentem piumque animum” (20 settembre 1896). Forza e bellezza della devozione popolare del SS. Rosario; viene inculcata la sua celebrazione ricordando i benefici con cui fu arricchita dai Sommi Pontefici.
- L’Enciclica “Augustissimae Virginis Mariae” (12 settembre 1897). Vengono lodate le confraternite del Rosario e si incitano i fedeli ad iscriversi in esse.
- L’Enciclica “Diuturni temporis” (5 settembre 1898). Vi si celebra l’eccellenza del Rosario Mariano e si parla dell’incremento da darsi al suo culto. E’ preannunciata la Costituzione Apostolica sulle Confraternite del SS. Rosario.
- La Costituzione Apostolica “Ubi primum” (10 ottobre 1898). Si tratta delle leggi, dei diritti e dei privilegi della Confraternita del SS. Rosario.
- Il Nuovo Indice delle Indulgenze del SS. Rosario (29 agosto 1899).
- Le Lettere al P. Costanzo M. Becchi O.P. (28 marzo 1901). Viene lodata l’Associazione del Rosario Perpetuo in Italia e ne è raccomandata la diffusione.
Anche senza una così notevole produzione di documenti tutti i Pontefici, almeno da Leone XIII in poi, ma, come abbiamo visto, benché sinteticamente, anche prima, sono autorevolmente intervenuti a favore di questa devozione anche oggi così cara al popolo cristiano. Speriamo fiduciosamente in una sempre maggiore diffusione di questa preghiera, semplice, ma allo stesso tempo ricca e significativa, perché anche ai nostri giorni sia “magnum ac singulare in Ecclesia praesidium” su cui s’infrangano i flutti minacciosi dell’errore, dell’apostasia, dell’indifferenza che paurosamente travagliano la sua esistenza.
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