Ed inoltre vogliamo ricordare l’Esortazione Apostolica “Marialis Cultus” del Papa Paolo VI datata 2 febbraio 1974, sicuramente uno dei documenti più importanti sulla devozione alla Vergine Maria degli anni a noi più vicini. Nella terza parte, al paragrafo 49, nell’elencare i tradizionali elementi che compongono questa veneranda preghiera, al punto “d” così afferma: “La dossologia “Gloria al Padre”, conformemente ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la glorificazionedi Dio, uno e trino, dal quale, per il quale, e nel quale sono tutte le cose”. Dunque non parte essenziale del Rosario, ma antica tradizione. Lodevolissima e significativa, per altro. La consuetudine di aggiungere alle singole decadi la dossologia “Gloria Patri” corona degnamente il “Pater” e l’”Ave”, come evidenziava anche la “Marialis Cultus” sopracitata, ma è anche un conformarsi all’antichissima prassi della Chiesa di concludere ogni salmo con il “Gloria Patri” e questo a significare la profonda connessione con il Salterio; ecco perché l’altro nome del Rosario e cioè Salterio della B. V. Maria, come già all’inizio si ricordava. 150, infatti, sono i salmi, 150 le “Ave Maria”. La recita dei salmi, se non altro nell’Ufficio Divino, si conclude appunto con il “Gloria Patri”, così come le decadi del Rosario. Le parti che lo compongono sono tratte dalla S. Scrittura dunque è una preghiera veramente biblica e perciò sempre attuale. La dossologia, poi, ci ricorda che dalla SS. Trinità, come da fonte inesausta, attraverso Maria Santissima, è venuta nel mondo, viene e verrà ogni grazia.
Logicamente giaculatorie, preghiere varie che si recitano abitualmente al termine di ogni decade, la stessa “Salve Regina” e le Litanie Lauretane non costituiscono in alcun modo parte essenziale del Rosario.
Vengono denominati “Misteri del Rosario” dei frammenti di narrazioni evangeliche che si riferiscono agli avvenimenti principali della vita di Gesù e di Maria. Sono fatti storici, come ben sappiamo, ma vengono chiamati “Misteri” perché sotto il velo della vicenda storica narrata contengono delle verità impervie alla nostra ragione, come ad esempio l’Incarnazione del Verbo e la Divina Maternità di Maria, che superano del tutto la possibile comprensione da parte dell’intelletto umano e vengono ad illuminarsi solo grazie all’opera della rivelazione senza, per altro, essere da noi del tutto comprese.
Concludendo possiamo affermare che il S. Rosario è una preghiera biblica, cristologica e mariana; non è la più importante poiché il vertice della preghiera è sempre la S. Messa che ripresenta in modo incruento il Sacrificio di Cristo sulla croce e dunque è essa stessa Sacrificio, non è l’unica, ma è certamente preghiera “eccellente” come ebbe modo di definirla Paolo VI nella già citata Esortazione Apostolica al n°55 e come lo testimoniano le infinite grazie concesse all’umanità dalla Vergine benedetta attraverso la sua recita devota. Infine il Rosario è anche accorata e fiduciosa richiesta alla Madonna di pregare e di meditare i Misteri dell’umana salvezza con il Suo aiuto e sul Suo esempio perché ognuno possa scoprire e riscoprire come questi avvenimenti non sono a lui estrinseci ma intrinseci, sono cioé parte di lui, della sua esistenza e del suo futuro. La vicenda di Cristo, primogenito della nuova umanità è il paradigma della vicenda di ciascuno di noi. Quando si è compreso questo si è capito tutto.
Gli sfolgoranti trionfi del Rosario, che avremo modo di conoscere tracciando brevemente la sua storia, ci fanno ben sperare perché con la sua recita, oggi come un tempo, anche i cuori più duri, anche le persone più ostinate nel male si apriranno incondizionatamente all’ineffabile amore di Dio.
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