Si è svolto in un’atmosfera solenne
e al tempo stesso familiare la grande messa pontificale al
faldistorio celebrata secondo il rito cosiddetto di s. Pio V lo
scorso 15 dicembre da mons. Guido Pozzo, da poco eletto arcivescovo
elemosiniere apostolico da Papa Benedetto XVI. È stato come un
ritorno a casa, nella città che ha dato i natali a questo prelato,
da molti anni stretto collaboratore dell’allora cardinale Josef
Ratzinger, oggi sommo pontefice, felicemente regnante. Dopo un
triennio di attività presso la Pontificia Commissione “Ecclesia
Dei”, l’organismo vaticano responsabile dei fedeli legati
all’antica disciplina liturgica della Chiesa, mons. Pozzo ora si
occuperà della carità del Papa, svolgendo un ufficio che lo enumera
tra i componenti della Famiglia pontificia.
L’appuntamento con i fedeli della
Parrocchia della Beata Vergine del Rosario è iniziato alle ore
17.00, con un incontro informale assieme ai collaboratori del
parroco, don Stefano Canonico, nel corso del quale il presule ha
proposto alcune personali riflessioni sulle attuali condizioni della
vita della Chiesa nell’anno della Fede. Successivamente, auspice
una provvidenziale interruzione delle forti piogge, alle 18.30 mons.
Pozzo, rivestito della cappamagna paonazza, ha effettuato il solenne
ingresso, preceduto dalla croce astile. Dopo la breve adorazione e le
cerimonie di vestizione dei sacri paramenti, ha avuto inizio la
solenne liturgia pontificale, fungendo da diacono e suddiacono don
Sven Leo Conrad e don Francesco Riegger, sacerdoti della Fraternità
Sacerdotale San Pietro, amici della nostra comunità; il parroco
fungeva da prete assistente. Assistevano il vicario generale della
diocesi, mons. Pieremilio Salvadè, ed il vicario parrocchiale can.
Prof. Pietro Zovatto, in abito corale. Il rito è stato mirabilmente
diretto dal cerimoniere, prof. Giulio Micheli, mentre il servizio
all’altare ha visto l’intervento di ministranti provenienti anche
dalla parrocchia di Monza, “enclave” di rito romano nella diocesi
ambrosiana. Si tratta della prima celebrazione pontificale al
faldistorio compiuta dai tempi della consacrazione della chiesa,
avvenuta per mano del vescovo conte Antonio Marenzi: allora si tenne
una semplice messa letta.
L’accompagnamento musicale, curato
dalla cappella corale diretta da Elia Macrì, ha proposto un
repertorio della polifonia classica: l’ “Ecce sacerdos magnus”
di T.L. de Victoria, l’ordinario della messa composto da A. Lotti,
con il proprio in gregoriano ed interludi organistici. Ricorreva
infatti la domenica “Gaudete”, durante la quale la
liturgia consente quasi un anticipo della gioia del Natale,
consentendo all’organo di suonare e alla Chiesa di rivestirsi di
paramenti rosacei. Mons. Pozzo, nel corso dell’omelia, ha ripreso
le parole dell’apostolo s. Paolo che invitano i credenti in Gesù
Cristo a rallegrarsi nello spirito richiamando il senso autentico
della gioia cristiana, capace di superare il vuoto sentimentalismo
perché fondata su solida roccia. L’arcivescovo ha pronunciato
parole di ammonimento e di conforto, tracciando le coordinati di vita
del cristiano, riassumibili nelle virtù teologali di Fede, Speranza
e Carità. Il testo completo sarà offerto ai lettori del blog
TradizioneTrieste.
Il parroco, nel salutare l’illustre
ospite, ha sintetizzato l’affetto che lega la parrocchia a mons.
Guido Pozzo – a cui è stato offerto un dono – rinnovando
l’invito a ritornare anche nel prossimo futuro, compatibilmente
agli impegni legati alla nuova prestigiosa mansione.
Al termine della s. messa,
l’arcivescovo ha ricevuto l’omaggio dei fedeli che hanno voluto
porgere il bacio dell’anello – dono del Papa – a significare il
mistico sposalizio con la Chiesa rappresentato dalla pienezza del
sacerdozio ministeriale, lucrando altresì l’indulgenza parziale.
Riassunta la cappamagna, mons. Pozzo benedicendo è uscito di chiesa
e ha raggiunto la casa parrocchiale, da cui poi è partito salutando
e ringraziando, non senza aver assicurato agli amici un particolare
ricordo nella preghiera quotidiana. Anche noi promettiamo di fare
altrettanto. Un piccolo corredo di foto rende testimonianza
dell’evento.
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