Vangelo: Gv.6,60-69
Prosegue S.Agostino: “E
aggiunge: “ E’ lo Spirito che vivifica, la carne non giova
nulla”. Prima di spiegare, con l’aiuto del Signore, queste
parole, non dobbiamo trascurare ciò che ha detto prima:” Se
vedeste il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima”. Cristo è
il Figlio dell’uomo, nato dalla Vergine Maria. Ha cominciato dunque
ad essere Figlio dell’uomo qui in terra, dove ha assunto la carne,
che appunto proviene dalla terra. Perciò il profeta aveva detto:”la
verità è sorta dalla terra.” Cosa vuol dire dunque:” Se vedeste
il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima?” Nessun problema
se avesse detto: “Se vedrete il Figlio di Dio ascendere dov’era
prima”. Egli invece ha parlato del Figlio dell’uomo che ascende
dov’era prima. Come poteva il Figlio dell’uomo essere in cielo
dal momento che cominciò ad esistere qui in terra? Ha detto “Dov’era
prima”, come se, mentre diceva queste cose, non fosse in cielo. In
un altro passo dice: “Nessuno ascende in cielo, se non chi dal
cielo discese, il Figlio dell’uomo che è in cielo”. Non dice che
“era”; dice: “Il Figlio dell’uomo che è in cielo”. Parlava
stando in terra, e affermava di essere in cielo. E non disse: Nessuno
ascende in cielo, se non chi dal cielo discese, il Figlio di Dio che
è in cielo. Che cosa si propone, con queste parole, se non farci
intendere ciò che già sul precedente discorso noi abbiamo cercato
d’inculcare alla vostra Carità, e cioè che Cristo, Dio e uomo è
una sola persona, non due, sicchè non accada che per noi le Persone
della Trinità siano quattro invece di tre? Cristo è uno solo: il
Verbo, l’anima e la carne sono un solo Cristo, il Figlio di Dio e
il Figlio dell’uomo sono un solo Cristo. E’ Figlio di Dio da
sempre, Figlio dell’uomo nel tempo e tuttavia un solo Cristo
nell’unità della persona. Era, in cielo quando parlava in terra.
Era Figlio dell’uomo in cielo così come era Figlio di Dio in
terra: Figlio di Dio in terra nella carne assunta, Figlio dell’uomo
in cielo nell’unità della persona.Che significano le parole che
seguono:”E’ lo Spirito che vivifica, la carne non giova nulla?”
Egli ci consente di rivolgerci a Lui, non per contraddirLo ma nel
desiderio di apprendere: O Signore, maestro buono, come è possibile
che “la carne non giovi nulla”, quando Tu hai dichiarato:”Chi
non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà in sé la
vita?” Forse che la vita non serve a nulla? E perché allora siamo
ciò che siamo, se non per avere la vita eterna, che Tu prometti di
darci mediante la Tua carne? In che senso allora” la carne non
giova nulla ?” Non giova nulla la carne nel senso in cui costoro la
intesero: essi la intesero nel senso della carne morta fatta a pezzi,
come si vende al macello, non nel senso della carne vivificata dallo
Spirito. E’ detto che “la carne non giova a nulla, come è detto
che “la scienza gonfia”. Dobbiamo allora odiare la scienza?
Niente affatto! In che senso “la scienza gonfia?” quando è sola
senza la carità. Infatti l’Apostolo aggiunge: “mentre la carità
edifica”. Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà
utile, non da sé sola, ma a motivo della carità. Così anche in
questo caso: “la carne non giova nulla”, cioè la carne da sola;
se però, alla carne si unisce lo Spirito, allo stesso modo che alla
scienza si unisce la carità, allora gioverà moltissimo. Se,
infatti, la carne non giovasse nulla, il Verbo non si sarebbe fatto
carne per abitare fra noi. Se tanto ci ha giovato il Cristo mediante
la carne come si può dire che la carne non giova nulla? Ma è lo
Spirito che mediante la carne ha operato la nostra salvezza. La carne
fu come il vaso: considera ciò che portava non ciò che era. Sono
stati mandati gli Apostoli: forse che la loro carne non ci ha
giovato? E se ci ha giovato la carne degli Apostoli, non poteva
giovarci la carne del Signore? Come è giunto a noi il suono della
loro parola, se non mediante la voce della carne? E come ha potuto
essere composta la Scrittura? Tutto ciò è opera della carne,
guidata però, come suo strumento, dallo Spirito. “ E’ lo
Spirito, dunque, che vivifica, la carne non giova nulla”, ma nel
senso che quelli la intesero, non nel senso in cui io do da mangiare
la mia carne”.
Impariamo a conoscere e
ad amare i Santi.
Molte volte sono state
offerte alla Vostra meditazione le splendide riflessioni di
S.Agostino sulla S.Scrittura. Diamo, allora, alcune notizie su questo
Santo veramente eccezionale.
Del Santo che più di
ogni altro ha parlato di se stesso, ma lo ha fatto con sincerità e
semplicità, convertendo in confessione, cioè in lode a Dio, tutto
ciò che gli appartiene, non è facile parlare. Uomo e maestro,
teologo e filosofo, moralista e apologista, Santo e polemista: tutte
immagini che traspaiono come in filigrana, e tutte valide, a chi
osserva da vicino Agostino di Ippona vescovo e dottore della chiesa.
L’uomo, anzitutto, con le inquietudini, le debolezze, le ansie,
quale ci presenta alla lettura delle sue “Confessioni” nelle
quali mette a nudo la sua anima con sincerità e candore.
Sulle soglie della
giovinezza (era nato a Tagaste, nell’attuale Tunisia, nel 354 dal
pagano Patrizio e dalla cristiana Monica), Agostino sperimenta le
contraddizioni del suo spirito, che ha sete di verità e si lascia
sedurre dall’errore. Lo studio di una certa filosofia lo porta
all’eresia manichea. Avverte il richiamo della perfezione morale,
ma si sente “involto nella caligine della carne”. Impara retorica
a Cartagine, poi insegna grammatica a Tagaste finchè a 29 anni
prende la via del mare e dopo una breve tappa a Roma raggiunge
Milano, dov’è vescovo il grande S.Ambrogio.
La sua conversione al
cristianesimo, propiziata dalle amorose premure e dalle lacrime della
madre, che riesce perfino a convincerlo a separarsi dalla donna con
la quale convive da quattordici anni e gli ha dato un figlio,
Adeodato, giunge e maturazione in un episodio singolare e misterioso
per lo stesso Agostino che, accogliendo l’invito:”Prendi e
leggi”, trova nelle parole dell’Apostolo la sferzata
decisiva:”Non vi fate travolgere dalla carne e dalle sue
concupiscenze”. Agostino chiede il Battesimo al vescovo Ambrogio,
poi torna in veste di penitente in Africa, dov’è consacrato
sacerdote e poi vescovo di Ippona, trovando nella sincera adesione
alla verità cristiana e nella multiforme attività pastorale la pace
del cuore alla quale anelava il suo spirito tormentato dagli affetti
terreni e dalla sete di verità: “ ci hai fatti per Te, o Signore,
e il nostro cuore non ha pace, finché non riposa in Te”.
Amato e venerato, per le
umanissime doti di cuore e di intelligenza, muore il 28 agosto del
430 a Hippo Regius, antica città presso la moderna Bona in Algeria,
mentre i Vandali la cingono d’assedio. Vent’anni prima la Roma
imperiale aveva conosciuto l’umiliazione inflittale dal re barbaro
Alarico e questo evento inaudito per quanti erano convinti della
incrollabilità della città eterna spinse il vescovo di Ippona a
scrivere l’altro suo capolavoro, la “Città di Dio” (De
Civitate Dei).
Ricordiamo per l’entrante
settimana:
Domenica 26 agosto ore
18.30: s.Rosario, breve catechesi, Benedizione Eucaristica
Martedì 28 agosto:
S.Agostino vescovo e dottore della chiesa:
ore 09.00 S. Messa
d’orario
Sabato 1 settembre:
I^ sabato del Mese dedicato al Cuore Immacolato di Maria.
Si
ricorda che con domenica 2 settembre riprende ad essere celebrata la
S.Messa alle ore 17.30 (Domenica e Feste di precetto)
SalutandoVi
paternamente Vi benedico
Don Stefano Canonico
Note:
-
Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per
appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
- Le offerte pervenute finora per il baldacchino sono di Euro 2.471,00 mancano Euro 1.029,00 per il completamento della spesa sostenuta.
- Le offerte ricevute per i paramenti ammontano a Euro 2.542,50 mancano Euro 957,50
Grazie
a Quanti hanno già offerto il loro contributo.
Grazie
a Quanti potranno concorrere per il saldo.
Le
offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi
per lui presente in sacrestia. Grazie
- E’ disponibile il catechismo YOUCAT per conoscere e vivere la fede della Chiesa (€ 12.99)
- Si fa presente che la nostra chiesa non riceve contributi da nessuno e quindi vive con le offerte dei fedeli. Un grazie ai benefattori.
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
- 34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
- Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo: www.tradizionetrieste.info
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