26 giugno 2013

Bollettino parrocchiale: DOMENICA XII DEL TEMPO ORDINARIO (SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO:V DOPO PENTECOSTE,Mt 5,20-24) 23 giugno 2013

Vangelo:Lc 9,18-24

Pietro è il primo discepolo, infatti è il primo uomo nel Vangelo a professare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Il Signore sta obbligando i Suoi discepoli ad esaminare le dicerie che circolavano tra le folle e la luce alla fine scende su Pietro che comprende che Gesù è il più grande di tutti i Profeti perché è il Cristo di Dio, il Salvatore di tutti e lo professa con determinazione. Confessare Gesù come il Cristo è confessare la fede, è affermare che Gesù è Dio, l’Incarnato, il Crocifisso ed il Risorto. E’ il grande miracolo della moltiplicazione dei pani a suscitare in Pietro l’affermazione che Gesù è il Figlio di Dio. I discepoli devono tenere segreto il fatto che il Messìa debba soffrire, morire e poi risorgere a causa dello scandalo della Passione, è solo dopo la Sua Risurrezione che dovranno proclamarne la Passione e la Risurrezione come comandano le sue ultime parole ai discepoli. Lo scandalo della Croce è menzionato per la prima volta in connessione con la sequela di Gesù da parte dei discepoli. La Croce abbraccia l’intera Passione di Gesù per noi e portarla significa essere pronti a morire per Cristo anche se le abitudini della vita portano i maggiori ostacoli a farlo. Questa è la condizione di coloro che sono stati battezzati nella morte e nella risurrezione di Cristo, per i santi quello che si dimostra duro e difficile non è da temere, ma se ne deve fare esperienza come di una gioia. I piaceri e le ricchezze cadono, ma la giustizia ci libera dalla morte. Uno che cerca di salvare la sua vita ora, poiché ama il mondo, la perderà eternamente perché mostrerà di essersi vergognato del Figlio dell’Uomo; uno che perde la sua vita ora la salverà eternamente perchè il Figlio dell’Uomo non si vergognerà di lui quando verrà nella gloria. Benedizioni e ricompense aspettano coloro che non si sono vergognati di Gesù e delle Sue parole.
(S.Cirillo di Alessandria, S.Ambrogio, S. Girolamo, S.Basilio di Cesarea).

I Santi sono coloro che hanno vissuto intimamente il mistero della Passione salvifica di Cristo Signore, coloro che hanno abbracciato la Croce con tutte le sue implicazioni. E proprio in questa settimana venereremo dei “colossi” della Fede: S.Giovanni Battista e i SS.Apostoli Pietro e Paolo.


Giovanni, detto il “Battezzatore” (Battista), è figlio di Zaccaria e di Elisabetta, entrambi di stirpe sacerdotale. Sappiamo, dalle parole dell’angelo Gabriele, che Giovanni (il cui nome significa “Dio è propizio”) è concesso ai due coniugi in età avanzata. Già vaticinato nella S.Scrittura come precursore del Messìa, Giovanni incarna il carattere forte di Elìa. La sua missione infatti rassomiglierà “nello spirito e nella potenza” a quella del profeta Elìa, inviato a preparare “un popolo perfetto” per l’avvento del Messìa. Il nascituro avverte la presenza di Gesù “sobbalzando di gioia” nel seno materno in occasione della visita di Maria alla cugina Elisabetta. Inviato da Dio a “raddrizzare le vie del Signore”, fu santificato dalla grazia divina prima ancora che i suoi occhi si aprissero alla luce. “Ecco – dice Elisabetta – <ripiena di Spirito Santo> a Maria – appena la voce del tuo saluto ha colpito i miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio seno”. Secondo la cronologia suggerita dall’angelo Gabriele (“questo è il sesto mese per Elisabetta”), la nascita del Precursore, come viene anche chiamato S.Giovanni Battista, è stata fissata dalla Chiesa latina tre mesi dopo l’annunciazione e sei mesi prima del Natale. La celebrazione della Natività del Battista è, con quella della nascita di Gesù e di Maria, la sola festività liturgica che la chiesa dedica alla nascita di un Santo. S.Giovanni Battista, scelto a patrono da ben sessantasei città e paesi italiani, è il primo Santo venerato nella chiesa universale con una festa liturgica particolare, in data antichissima. Già S.Agostino (354-430) ci dice che il Santo era commemorato il 24 Giugno nella Chiesa africana.
Oggi in Roma era giorno politurgico, poiché delle quattro Messe in onore del Battista recensite nel Sacramentario Leoniano (VI-VII sec.) (per “Sacramentario” si intende una raccolta antichissima di formulari di Messe), la terza reca appunto il titolo: “Ad fontem”. E’ segno dunque che le altre erano celebrate nella grande basilica del Salvatore (S.Giovanni in Laterano) ed in qualche altro santuario urbano intitolato a S.Giovanni – papa Simmaco (498-514) ne aveva eretto uno anche presso il battistero Vaticano – e che solo la terza Messa era offerta nell’oratorio Lateranense costruito da papa Ilaro (461-468) “Ad fontem”. Di questa primitiva ricchezza della liturgia romana, il Sacramentario Gregoriano (VII sec.) conserva una traccia. Oltre la Messa notturna, vi sono le collette (Colletta: la prima delle preghiere della S.Messa) tanto “in prima Missa”, che per una seconda , verosimilmente la stazionale,celebrate nell’aula del Salvatore.
Anche ai Vesperi ricorre lo stesso ordinamento. Dopo l’Ufficio compiuto nella grande basilica Lateranense il Clero s’incamminava processionalmente a celebrare come il giorno di Pasqua, uno più breve “ad fontes”, di cui il Gregoriano ci conserva la colletta finale. Nessuno si meraviglierà di questa magnificenza dell’antica devozione verso il Battista, quando si rifletta sul ruolo eminente avuto da S.Giovanni nella storia della salvezza come già abbiamo sottolineato. La sua “bolla di canonizzazione” la si trova nello splendido elogio che di lui fece lo stesso Cristo Gesù quando lo indicò alle folle come il più grande tra tutti i profeti e nati da donna, il nuovo Elìa, la lucerna ardente e splendente. Altrettanto antica è la celebrazione della vigilia del Santo, conosciuta già nel Sacramentario Leoniano, soppressa soltanto dal nuovo calendario liturgico.
La melodia dell’antifona all’”Introito” (inizio) della Messa della Vigilia di S.Giovanni è uno dei più squisiti pezzi dell’arte gregoriana, come in genere il canto di quasi tutte le Messe vigiliari, a preferenza delle stesse Messe delle solennità e questo perché, per gli antichi, il Sacrificio solenne al termine della Vigilia notturna era precisamente la Messa festiva dove tutti convenivano. In origine, infatti, era l’unica Messa che si celebrava nei giorni di grande solennità.
Il suo culto ovunque diffuso è caratterizzato, in giugno, dalle ritualità tipiche delle feste del solstizio, quali l’accensione di fuochi e danze e corse intorno e sopra ad essi, che celebravano insieme al Santo che segnò il passaggio dall’Antica alla Nuova Alleanza, dalla promessa alla pienezza dei tempi, il passaggio dalle promesse primaverili di frutti e vita alla pienezza estiva dei raccolti: la sua vigilia veniva quindi celebrata con fuochi e balli, e si restava nei campi per bagnarsi con la rugiada, chiaro richiamo all’acqua battesimale, fatto che costituiva un ottimo auspicio. La simbologia del fuoco è vastissima citiamo ad esempio quella della purificazione perché esternamente attinente a questa Festa: basti ricordare gli incendi dei campi per eliminare le stoppie e gli arbusti così da preparare un terreno fertile che produrrà natura viva e rigogliosa. Ciò logicamente richiama alla mente la penitenza, tanto vissuta e praticata dal Battista, attraverso la quale veniamo ad eliminare da noi, bruciamo le opere morte del Maligno che ci degradano, che ci rendono spiritualmente sterili per divenire invece terreno fertile, accogliente dove la Grazia celeste può attecchire facilmente ed operare meraviglie come appunto nei Santi.
La “Legenda aurea” (antica raccolta di narrazioni della vita dei Santi) riporta i suoi nove speciali privilegi:
  1. la sua nascita fu annunziata dallo stesso angelo che portò l’annuncio a Maria
  2. esultò nel seno materno all’incontro con Gesù
  3. la prima a prenderlo in braccio alla nascita fu Maria
  4. restituì al padre la parola
  5. istituì il Battesimo
  6. annunziò la missione di Gesù
  7. Lo battezzò
  8. Fu da Lui lodato
  9. Annunciò a quanti erano nel Limbo la Sua imminente venuta
Il Suo patronato di cantori e musicisti deriva dal fatto che il monaco Guido d’Arezzo (999ca-1050) definì i nomi delle note prendendoli dalle sillabe iniziali dell’inno dei Vesperi in suo onore composto da Paolo Diacono (dopo il 720- ca 799) monaco cassinese nativo di Cividale del Friuli:
UT queant laxis/ REsonare fibris/ MIra gestorum/ FAmuli tuorum/ SOLve polluti/ LAbii reatum,/ Sancte Ioannes”.
La nota “si” è composta da S (Sancte) e I (Ioannes). Questo dice la prima strofa dell’inno suddetto: “Perché i devoti possano cantare con tutta lena le tue mirabili gesta, togli la colpa che contamina il labbro, o S.Giovanni”. Ricordiamo che UT fu sostituito da DO in Italia nel XVII secolo.
Nella storia della Redenzione, dunque il Battista è tra le personalità più singolari: è l’ultimo profeta ed il primo apostolo in quanto precede il Messìa e gli rende testimonianza. E’ più che un profeta – disse ancora Gesù – Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando il mio messaggero davanti a te per preparare la tua via dinanzi a te”. Fustigatore dell’ipocrisia e del malcostume, pagò col martirio il rigore morale che egli non solo predicava, ma metteva in pratica, senza cedimenti anche di fronte alla minaccia di morte. Il 29 agosto la Chiesa ricorda con una seconda celebrazione liturgica il martirio del Battista, prototipo del monaco e del missionario.

Sabato 29 giugno ricorre la solennità dei SS.apostoli Pietro e Paolo.
Pietro, chiamato prima Simone, figlio di un certo Giona o Giovanni, era originario di Betsaida in Galilea. Dopo il suo matrimonio spostò il suo domicilio a Cafarnao e qui insieme al fratello Andrea esercitava il mestiere di pescatore. Andrea era discepolo di Giovanni Battista ed essendosi un giorno incontrato con Gesù ed avendoLo riconosciuto come Messìa (che significa “Inviato”) condusse a Lui suo fratello Simone che ricevette dal Signore il nome di Pietro. Chiamato poi ad essere discepolo di Gesù, venne ascritto per primo al Collegio Apostolico ed ebbe il primo posto tra loro. Per tre anni seguì da vicino Gesù Cristo, ascoltando i Suoi insegnamenti, presenziando ai Suoi miracoli, ricevendo i più grandi favori e mostrandosi impetuoso e pieno di fede e di amore ardente. Per questo, sebbene per debolezza poi Lo rinnegasse,meritò di essere fatto dal Signore Pastore Supremo di tutta la Chiesa.Nel giorno di Pentecoste per primo predicò coraggiosamente che il Signore Gesù è il Salvatore convertendo circa tremila persone, per primo fece un miracolo nel nome di Gesù Nazareno annunziando sempre apertamente che non v’è salvezza se non in Lui. Dopo varie persecuzioni, imprigionato da Erode Agrippa, fu liberato miracolosamente da un Angelo per approdare poi a Roma e fondarvi la madre di tutte le Chiese. Tornato in Oriente, presiedette il Concilio di Gerusalemme e dopo aver predicato il Vangelo in diversi luoghi andò nuovamente a Roma dove concluse la Sua vita con il glorioso martirio, avvenuto, secondo la tradizione l’anno 67. Fu crocifisso con la testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale. Come scrittore Pietro ci ha lasciato due lettere.

Paolo nacque a Tarso in Cilicia da pii genitori appartenenti alla tribù di Beniamino. L’ottavo giorno dalla nascita fu circonciso e ricevette il nome aramaico di Saulo, il Desiderato, a cui fu poi aggiunto il soprannome romano di Paolo. Alle discipline giudaiche apprese prima in famiglia e poi a Gerusalemme alla scuola del celebre Gamaliele, aggiunse la professione di fabbricatore di tende che poi gli giovò tanto da guadagnarsi il sostentamento senza essere di peso a nessuno. Durante la vita pubblica del Signore sembra sia stato assente da Gerusalemme poiché è certo che non conobbe il Divin Redentore. Ma poco dopo la Pentecoste lo troviamo di nuovo a Gerusalemme ed accortosi del pericolo che correva il Giudaismo, si sentì pieno di zelo per la legge di Mosè, e non contento di approvare la morte di Stefano si mise furiosamente a devastare la Chiesa di Dio. Convertito prodigiosamente sulla via di Damasco, diventò l’Apostolo ed il dottore dei Gentili, cioè dei pagani, che tutti ammiriamo. Dopo aver convertito gran parte della Siria, dell’Asia Minore e della Grecia venne arrestato a Gerusalemme e dopo due anni inviato a Roma per essere giudicato dall’imperatore al quale si era appellato come cittadino romano. Questa prigionìa durò due anni, dopo i quali potè riacquistare la libertà. Allora, secondo molti scrittori si spinse fino in Spagna a predicarvi il Vangelo, probabilmente verso il 64, quindi ritornò in Oriente a visitare le chiese già fondate. Ritornato a Roma, verso la fine del 66, venne subito imprigionato e condannato a morte per decapitazione al II miglio della via Ostiense e qui fu sepolto. La mirabile dottrina di S.Paolo è racchiusa nelle sue stupende tredici lettere.
Oggi si discute ancora se la “Lettera agli Ebrei” sia stata scritta dall’Apostolo delle Genti oppure no.
La solennità dei SS.Pietro e Paolo è una delle più antiche e solenni dell’anno Liturgico. Essa venne inserita nel Santorale ben prima della festa del Natale e vi era già nel IV secolo la costumanza di celebrare in questo giorno tre SS.Messe: la prima nella Basilica di S.Pietro in Vaticano, la seconda in S.Paolo fuori le Mura e la terza nelle Catacombe di S.Sebastiano dove le reliquie dei due Apostoli dovettero essere nascoste per qualche tempo per sottrarle alle profanazioni. C’è un’eco di questa abitudine nel fatto che oltre la S.Messa del giorno è previsto un formulario per la S.Messa vespertina della vigilia per quanto riguarda anche il Rito Nuovo. Dopo la Vergine Santissima sono proprio S.Pietro e S.Paolo, insieme a S.Giovanni Battista i Santi ricordati più frequentemente e con maggiore solennità nell’Anno Liturgico: oltre alla festa del 29 giugno ci sono infatti le ricorrenze del 25 gennaio (conversione di S. Paolo), 22 febbraio (Cattedra di S.Pietro) e 18 novembre (dedicazione delle Basiliche dei SS:Pietro e Paolo). Sembra poi che la festa del 29 giugno sia stata la “Cristianizzazione” di una ricorrenza pagana che esaltava la figura di Romolo e Remo, i due mitici fondatori della Città Eterna. S.Pietro e S.Paolo, infatti, pur non essendo stati i primi a portare la fede a Roma, sono realmente i fondatori della Roma cristiana: l’antico inno liturgico “Decora lux aeternitatis” li definisce “Romae Parentes” (procreatori di Roma) che “fundata tali Sanguine” “celsum verticem devotionis extulit” (fondata da tale sangue innalza il vertice eccelso di devozione) così come recita un altro inno. La Parola ed il Sangue sono il seme con cui i SS.Pietro e Paolo, uniti a Cristo, hanno generato e generano la Roma cristiana e la chiesa intera.

In questo giorno così solenne ricordiamo nella nostra preghiera con filiale e profondo affetto il Santo Padre, il Papa, successore di S.Pietro. Con gratitudine chiediamo al Signore che lo ricolmi di ogni grazia e benedizione perché il Suo altissimo Magistero sia sempre così luminoso ed incida efficacemente nelle coscienze di ciascuno di noi.

E’ da sottolineare che la nostra chiesa ha un dovere, almeno morale, di festeggiare con particolare solennità S.Pietro e venerarLo come Compatrono poiché il titolo che le compete di “Cappella Civica di Trieste” viene ad ereditarlo, su istanza del Comune, previi accordi con la Curia, dall’antica chiesa di S.Pietro edificata nel 1367 la quale si fregiava di tale titolo suddetto e che fungeva inoltre da aula di giustizia per le cause civili. Venne demolita nella seconda metà del XIX secolo perché giudicata inappropriata e per far luogo all’attuale Piazza dell’Unità d’Italia. Gli arredi sacri furono trasferiti nella nostra chiesa che riassunse il nome di “Beata Vergine del Rosario” dopo la non breve parentesi (1785-1870) in cui fu di proprietà della Comunità evangelica di confessione augustana a seguito delle soppressioni giuseppine e perciò adibita al culto protestante e dedicata alla SS.Trinità. Acquistata dal Comune di Trieste fu riconsacrata il 1° febbraio 1871 dall’allora Vescovo, Mons. Bartolomeo Legat, alle ore 9 del mattino alla presenza della Municipalità e del Podestà Massimiliano d’Angeli.
Per “Cappella Civica” si intende il luogo di culto, cioè la chiesa di proprietà del Comune e dallo stesso deputata ad essere luogo in cui festeggiare religiosamente avvenimenti ed anniversari significativi inerenti la Municipalità o, più ampiamente, la città stessa. L’istituzione “Cappella Civica” così come sopra descritta, non va confusa con il Coro denominato “Cappella Civica”, dal 1538 sostenuto economicamente dal Comune perché animasse le Liturgie della Cattedrale di S.Giusto. Infine si vuol far notare che sulla parete destra della nostra chiesa, in prossimità del presbiterio, si conserva una grande tela, dipinta nel 1630 dal pittore veneziano Sante Peranda, che raffigura il Principe degli Apostoli mentre estrae dalla bocca di un pesce appena pescato la moneta del tributo, quadro appartenuto all’antica chiesa di S.Pietro.

Per l’importante occasione della solennità del 29 giugno p.v., Natalizio dei SS.Apostoli Pietro e Paolo la nostra Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì ha preparato una S.Messa veramente monumentale e di grande effetto composta da Joseph Gabriel Rheinberger (1839-1901), la Messa “Ad Cantus Missae” Op. 109 per doppio coro a 8 voci. Ai Vesperi sarà eseguito, dopo la loro conclusione, un Inno in onore di S.Pietro il cui testo è stato composto dal prof. Dott. Giulio Micheli da appena qualche settimana e proprio per la nostra chiesa, tenendo presente le vicende storiche della Cappella Civica ora dedicata alla B.V. del Rosario, mentre la musica preesistente è stata rielaborata dal dott. Marco Plesnicar.
La musica della breve Antifona in onore dei due grandi Apostoli, che sarà eseguita dopo il suddetto Inno, è di composizione maltese e risale al XIX secolo mentre il testo è desunto dalla Liturgia.
In tale data festeggeremo anche l’onomastico del prof. Can. Pietro Zovatto a cui vanno i nostri più sentiti e cordiali auguri.

Ricordiamo, dunque, per l’entrante settimana:

Domenica 23 giugno: ore 18.30 nella piazzetta antistante la chiesa, benedizione del Fuoco in
occasione dell’apertura della solennità della Natività di S.Giovanni Battista.
Seguiranno i primi Vesperi solenni in onore del Santo.
Lunedì 24 giugno: Solennità della Natività di San Giovanni Battista
Ore 09.00 S.Messa cantata in latino
È presente la Corale parrocchiale
Venerdì 28 giugno: Vigilia dei SS.Apostoli Pietro e Paolo
Ore 09.00 S.Messa cantata in latino
E’ presente la Corale parrocchiale
Ore 18.30 Primi Vesperi della Solennità dei SS.Apostoli Pietro e Paolo.
Inno ed Antifona.
Saranno presenti i tenori Mathia Neglia e Raffaele Prestinenzi ed
il baritono Tiziano Vojtissek
Sabato 29 giugno: Solennità dei SS.Apostoli Pietro e Paolo. (Non è festa di precetto)
Ore 17.30 S.Messa d’orario (assolve il precetto festivo domenicale)
Ore 19.00 S.Messa solenne d’orario in latino (assolve il precetto festivo domenicale)
Sarà eseguita dalla Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì la Messa “Ad
Cantus Missae” di J.G.Rheinberger Op.109 per doppio coro a 8 voci.

Anticipiamo:

Domenica 30 giugno: SS.Messe ore 09.00 – 11.00
Al termine della S.Messa delle ore 09.00 inaugurazione di una targa
commemorativa in ricordo di Mons. Antonio Dessanti posta sul banco davanti
all’Altare dei Caduti.
Ore 18.30 Vesperi solenni dei SS.Apostoli Pietro e Paolo.
Inno ed Antifona
Saranno presenti i tenori Mathia Neglia e Raffaele Prestinenzi ed
il baritono Tiziano Vojtissek.

A tutti i saluti più cordiali e la paterna benedizione

Don Stefano Canonico

03 giugno 2013

Bollettino parrocchiale: Corpus Domini - 2 giugno 2013

L’introduzione di questa festa risale al XIII secolo per opera specialmente della monaca Giuliana di Retinnes presso Liegi nel Belgio (1193-1258):

            Urbano IV, a seguito del celeberrimo miracolo di Bolsena in cui l’Ostia consacrata stillò sangue sul Corporale, con bolla dell’8 agosto 1264 fissava questa festa al giovedì dopo la solennità della SS.Trinità e incaricava S.Tommaso d’Aquino di comporre l’Ufficio e la Messa.

            L’aspirazione, più o meno cosciente, dell’umanità è l’unione con Dio e Lui ha risposto a questo desiderio fin da quando era su questa terra con un dono eccezionale con il donarsi, cioè, all’uomo sotto le Sacre Specie, nell’augustissimo Sacramento dell’Altare. Quindi il Corpus Domini non è solamente festa del Signore ma anche dell’uomo che unendosi a Lui trova la piena realizzazione di sé stesso.

Durante la settimana, e precisamente venerdì prossimo si festeggerà la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. E’ perciò importante fornire una, seppur breve, panoramica sui fondamenti e sul significato di questa Festa.

Il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste (cioè il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini) la Chiesa celebra la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Oltre alla celebrazione liturgica, molte altre espressioni di pietà hanno come oggetto il Cuore di Cristo. Come hanno spesso ricordato i Romani Pontefici, la devozione al Cuore di Cristo ha un solido fondamento nella Scrittura. Gesù che è uno con il Padre invita i Suoi discepoli a vivere in intima comunione con Lui, ad assumere la Sua persona e la Sua parola come norma di condotta e rivela se stesso come “maestro” “mite ed umile di cuore”. Si può dire, in un certo senso, che la devozione al Cuore di Cristo è la traduzione in termini culturali dello sguardo che, secondo la parola profetica ed evangelica, tutte le generazioni cristiane volgeranno a Colui che hanno trafitto, cioè al Cristo trafitto nel costato dalla lancia, dal quale scaturì sangue ed acqua, simbolo del “mirabile sacramento di tutta la Chiesa” (S.Agostino). Il testo giovanneo che narra l’ostensione delle mani e del costato di Cristo ai discepoli e l’invito da Lui rivolto a Tommaso di stendere la sua mano e di metterla nel Suo costato ha avuto anch’esso un notevole influsso nell’origine e nello sviluppo della pietà ecclesiale verso il Sacro Cuore. Il Medioevo è stato un’epoca particolarmente feconda per lo sviluppo della devozione al Cuore del Salvatore. Uomini insigni per santità e dottrina, come S.Bernardo (+1153), S.Bonaventura (+1274), e mistici come S.Lutgarda (+1246), S.Matilde di Magdeburgo (+1282), le sante sorelle Matilde (+1299) e Gertrude (+1302) del monastero di Helfta, Ludolfo di Sassonia (+1378), S.Caterina da Siena (+1380) approfondirono il mistero del Cuore di Cristo. Nell’epoca moderna il culto del Cuore del Salvatore conobbe nuovi sviluppi. In un tempo in cui il giansenismo proclamava i rigori della giustizia divina, la devozione al Cuore di Cristo costituì un efficace antidoto per suscitare nei fedeli l’amore al Signore e la fiducia nella Sua infinita misericordia, di cui il Cuore è pegno e simbolo. S.Francesco di Sales (+1622), che assunse come norma di vita ed apostolato l’atteggiamento fondamentale del Cuore di Cristo, cioè l’umiltà, la mansuetudine, l’amore tenero e misericordioso; S.Margherita Maria Alacoque (+1690), a cui il Signore mostrò ripetutamente le ricchezze del Suo Cuore; S.Giovanni Eudes, promotore del culto liturgico al Sacro Cuore, S.Claudio de la Colombière, S.Giovanni Bosco (+1888) ed altri Santi sono stati insigni apostoli della devozione al Sacro Cuore.

 

 

 

 

 

Ricordiamo per l’entrante settimana:

Domenica 2 giugno: SS.Messe ore 09.00-11.00

                                   Ore 18.00 Mons. Arcivescovo celebrerà la S.Messa nella chiesa di S.Giacomo

                                    Apostolo. Al termine si terrà la Processione Eucaristica cittadina che

                                    raggiungerà il piazzale di S.Giusto dove l’Arcivescovo pronuncerà la sua omelia

                                    ed impartirà la Benedizione Eucaristica.

Al pomeriggio la nostra chiesa rimarrà chiusa.

Venerdì 7 giugno: Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù

                                    I^ Venerdì del Mese

                                   Ore 09.00 S.Messa d’orario

                                   Ore 18.30 Adorazione Eucaristica

                                   Ore 19.00 S.Messa in latino “coram Exposito”.

 Al termine verranno cantate le Litanie del S.Cuore ed inoltre verrà recitato l’Atto di Riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù a cui, per l’odierna occasione è annessa l’Indulgenza Plenaria alle solite condizioni (Confessione e Comunione Sacramentali quanto prima, recita di un “Pater”, “Ave” e “Gloria” secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

Per chi desidera compiere, inoltre, la pia pratica dei Primi Nove Venerdì del Mese, dopo essersi confessato  deve comunicarsi in questo giorno)

Sabato 8 giugno: Festa del Cuore Immacolato di Maria.

                            Ore 17.30 S.Messa d’orario (assolve il precetto festivo)

                            Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino cantata (assolve il precetto festivo)

            Verrà celebrata la S.Messa del S.Cuore traslata dal venerdì poiché secondo il Rito Romano antico le rubriche concedono di poter celebrare la domenica successiva questa importantissima solennità per comodità dei fedeli che fossero stati impossibilitati a parteciparvi in giorno lavorativo.

            Riproponiamo il calendario delle celebrazioni liturgiche particolari per il mese di giugno

 

Domenica 9 e 16 giugno: ore 18.30 Coroncina del S.Cuore, breve catechesi, Litanie del S.Cuore e

                                          Benedizione Eucaristica. Saranno presenti i tenori Raffaele Prestinenzi,

                                          Mathia Neglia e il baritono Tiziano Vojtissek.

Domenica 23 giugno: ore 18.30 Benedizione del Fuoco in occasione dell’apertura della Solennità

                                     della Natività di S.Giovanni Battista. Faranno immediatamente seguito i primi

                                     Vesperi solenni in onore di S.Giovanni.

Sabato 29 giugno: Solennità dei SS.Apostoli Pietro e Paolo

                                   Ore 17.30 S.Messa d’orario (assolve il precetto festivo domenicale)

                                   Ore 19.00 S.Messa d’orario solenne in latino (assolve il precetto festivo

                                   domenicale). E’ presente la Corale parrocchiale diretta dal M° Elìa Macrì

Domenica 30 giugno: ore 18.30 Vesperi solenni in onore dei SS.Apostoli Pietro e Paolo.

                                    Al termine verranno eseguiti l’Inno e l’Antifona in onore dei SS.Apostoli.

                Saranno presenti i tenori Raffaele Prestinenzi , Mathia Neglia e il baritono Tiziano Vojtissek.

 

Da domenica 2 giugno a domenica 25 agosto compresa ed anche il 15 agosto (Assunzione della B.V. Maria al Cielo) è sospesa la S.Messa delle ore 17.30.

Tranne il 2 giugno rimane invece fissa alle ore 18.30, la Funzione vespertina.

 

SalutandoVi e paternamente benedicendoVi

 

Don Stefano Canonico