26 agosto 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XXI del Tempo ordinario - 26 agosto 2012

Vangelo: Gv.6,60-69

Prosegue S.Agostino: “E aggiunge: “ E’ lo Spirito che vivifica, la carne non giova nulla”. Prima di spiegare, con l’aiuto del Signore, queste parole, non dobbiamo trascurare ciò che ha detto prima:” Se vedeste il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima”. Cristo è il Figlio dell’uomo, nato dalla Vergine Maria. Ha cominciato dunque ad essere Figlio dell’uomo qui in terra, dove ha assunto la carne, che appunto proviene dalla terra. Perciò il profeta aveva detto:”la verità è sorta dalla terra.” Cosa vuol dire dunque:” Se vedeste il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima?” Nessun problema se avesse detto: “Se vedrete il Figlio di Dio ascendere dov’era prima”. Egli invece ha parlato del Figlio dell’uomo che ascende dov’era prima. Come poteva il Figlio dell’uomo essere in cielo dal momento che cominciò ad esistere qui in terra? Ha detto “Dov’era prima”, come se, mentre diceva queste cose, non fosse in cielo. In un altro passo dice: “Nessuno ascende in cielo, se non chi dal cielo discese, il Figlio dell’uomo che è in cielo”. Non dice che “era”; dice: “Il Figlio dell’uomo che è in cielo”. Parlava stando in terra, e affermava di essere in cielo. E non disse: Nessuno ascende in cielo, se non chi dal cielo discese, il Figlio di Dio che è in cielo. Che cosa si propone, con queste parole, se non farci intendere ciò che già sul precedente discorso noi abbiamo cercato d’inculcare alla vostra Carità, e cioè che Cristo, Dio e uomo è una sola persona, non due, sicchè non accada che per noi le Persone della Trinità siano quattro invece di tre? Cristo è uno solo: il Verbo, l’anima e la carne sono un solo Cristo, il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo sono un solo Cristo. E’ Figlio di Dio da sempre, Figlio dell’uomo nel tempo e tuttavia un solo Cristo nell’unità della persona. Era, in cielo quando parlava in terra. Era Figlio dell’uomo in cielo così come era Figlio di Dio in terra: Figlio di Dio in terra nella carne assunta, Figlio dell’uomo in cielo nell’unità della persona.Che significano le parole che seguono:”E’ lo Spirito che vivifica, la carne non giova nulla?” Egli ci consente di rivolgerci a Lui, non per contraddirLo ma nel desiderio di apprendere: O Signore, maestro buono, come è possibile che “la carne non giovi nulla”, quando Tu hai dichiarato:”Chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà in sé la vita?” Forse che la vita non serve a nulla? E perché allora siamo ciò che siamo, se non per avere la vita eterna, che Tu prometti di darci mediante la Tua carne? In che senso allora” la carne non giova nulla ?” Non giova nulla la carne nel senso in cui costoro la intesero: essi la intesero nel senso della carne morta fatta a pezzi, come si vende al macello, non nel senso della carne vivificata dallo Spirito. E’ detto che “la carne non giova a nulla, come è detto che “la scienza gonfia”. Dobbiamo allora odiare la scienza? Niente affatto! In che senso “la scienza gonfia?” quando è sola senza la carità. Infatti l’Apostolo aggiunge: “mentre la carità edifica”. Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sé sola, ma a motivo della carità. Così anche in questo caso: “la carne non giova nulla”, cioè la carne da sola; se però, alla carne si unisce lo Spirito, allo stesso modo che alla scienza si unisce la carità, allora gioverà moltissimo. Se, infatti, la carne non giovasse nulla, il Verbo non si sarebbe fatto carne per abitare fra noi. Se tanto ci ha giovato il Cristo mediante la carne come si può dire che la carne non giova nulla? Ma è lo Spirito che mediante la carne ha operato la nostra salvezza. La carne fu come il vaso: considera ciò che portava non ciò che era. Sono stati mandati gli Apostoli: forse che la loro carne non ci ha giovato? E se ci ha giovato la carne degli Apostoli, non poteva giovarci la carne del Signore? Come è giunto a noi il suono della loro parola, se non mediante la voce della carne? E come ha potuto essere composta la Scrittura? Tutto ciò è opera della carne, guidata però, come suo strumento, dallo Spirito. “ E’ lo Spirito, dunque, che vivifica, la carne non giova nulla”, ma nel senso che quelli la intesero, non nel senso in cui io do da mangiare la mia carne”.

19 agosto 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XX del Tempo ordinario - 19 agosto 2012

DOMENICA XX DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: XII DOPO PENTECOSTE, Lc.10,23-37)
19 agosto 2012


Vangelo: Gv.6,51-58
Spiega ancora S.Agostino:”I fedeli dimostrano di conoscere il corpo di Cristo, se non trascurano di essere il corpo di Cristo. Diventino corpo di Cristo se vogliono vivere nello Spirito di Cristo. Dello Spirito di Cristo vive soltanto, il corpo di Cristo.
Capite,fratelli miei, ciò che dico? Tu sei un uomo, possiedi lo spirito e possiedi il corpo. Chiamo spirito ciò che comunemente si chiama anima, per la quale sei uomo: sei composto infatti di anima e corpo. E così possiedi uno spirito invisibile e un corpo visibile. Ora dimmi: quale è il principio vitale del tuo essere? E’ il tuo spirito che vive del tuo corpo, o è il tuo corpo che vive del tuo spirito? Che cosa potrà rispondere chi vive (e chi non può rispondere, dubito che viva), che cosa dovrà rispondere chi vive? E’ il mio corpo che vive del mio spirito. Ebbene,vuoi tu vivere dello Spirito di Cristo? Devi essere nel Corpo di Cristo. Forse che il mio corpo vive del tuo spirito? No, il mio corpo vive del mio spirito, e il tuo del tuo. Il corpo di Cristo non può vivere se non dello Spirito di Cristo…Mistero di amore! Simbolo di unità! Vincolo di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. S’avvicini, creda, entri a far parte del Corpo e sarà vivificato. Non disdegni d’appartenere alla compagine delle membra, non sia un membro infetto che si debba amputare, non sia un membro deforme di cui si debba arrossire. Sia bello, sia valido, sia sano, rimanga unito al corpo, viva di Dio per Iddio; sopporti ora la fatica in terra per regnare poi in cielo”.

Si ricorda per l’entrante settimana:
Domenica 19 agosto ore 18.30 recita del S.Rosario, breve omelia, Benedizione Eucaristica
Mercoledì 22 agosto: Beata Maria Vergine Regina.
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
Sabato 25 agosto: ore 17.30 S.Messa mensile in suffragio di Mons. Antonio Dessanti

A tutti il mio cordiale saluto e la paterna benedizione.


Don Stefano Canonico

12 agosto 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XIX del Tempo ordinario - 12 agosto 2012

Vangelo: Gv.6,41-51

Dice S.Agostino: “O sacramento di pietà, o segno di unità, o vincolo di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha donde attingere la vita. Si accosti, creda, sarà incorporato, sarà vivificato. Quando nostro Signore Gesù Cristo, come abbiamo sentito dalla lettura del Vangelo, affermò di essere Lui il pane disceso dal Cielo, i Giudei cominciarono a mormorare dicendo: <ma non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come può dire dunque: sono disceso dal Cielo? Essi erano lontani da quel pane celeste, ed erano incapaci di sentirne la fame. Avevano la bocca del cuore malata; avevano le orecchie aperte ma erano sordi, vedevano ma erano ciechi. Infatti questo pane richiede la fame dell’uomo interiore; per cui in altro luogo il Signore dice:< Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, poiché essi saranno saziati>. E l’apostolo Paolo dice che la nostra giustizia è Cristo. Perciò chi ha fame di questo pane, deve sentir fame di giustizia: ma della giustizia che discende dal Cielo, della giustizia che Iddio dà, non di quella che l’uomo si fa da sé. Se, infatti, l’uomo non si facesse una sua giustizia, non direbbe il medesimo Apostolo a proposito dei Giudei: < Misconoscendo la giustizia di Dio e volendo stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio>. Così erano costoro: incapaci d’intendere il pane del Cielo, perché, sazi della propria giustizia non sentivano fame della giustizia di Dio. Cosa s’intende qui per giustizia di Dio e giustizia degli uomini? Per giustizia di Dio s’intende non la giustizia per cui Dio è giusto, ma quella che Dio comunica all’uomo, affinchè l’uomo sia giusto per grazia di Dio. E quale era, invece, la giustizia di quei tali? Una giustizia che essi presumevano dalla loro forza, illudendosi di poterla compiere appoggiandosi sulla propria virtù. Ora nessuno può adempiere la legge, senza l’aiuto della grazia, che è il pane che discende dal Cielo. <Compie la legge, dice in maniera concisa l’Apostolo, soltanto chi ama: chi ama non il denaro, ma chi ama Dio; chi ama non la terra o il cielo, ma Colui che ha fatto il cielo e la terra. Donde attinge l’uomo questo amore? Ascoltiamo lo stesso Apostolo <l’amore di Dio viene versato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è donato>. Il Signore che avrebbe donato lo Spirito Santo, affermò di essere il pane che discende dal Cielo, esortandoci a credere in Lui. Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in Lui. Chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come in modo altrettanto invisibile rinasce. Egli rinasce di dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo. Dove viene rinnovellato, lì viene saziato.

Il 15 agosto celebreremo con grandissima solennità l’Assunzione al Cielo della B.V. Maria in anima e corpo.
Con ogni probabilità questa è la più antica tra le feste della Vergine poiché, se fin dall’inizio si ebbe cura nella Chiesa di celebrare i giorni della morte dei Martiri prima, poi dei confessori e delle Vergini, così dev’essere stato anche per il giorno della morte della B.V. Maria. Secondo un illustre scrittore il 15 agosto deve essere stato celebrato come tale già prima del concilio di Efeso (431 d.C.), in cui venne proclamata la divina maternità di Maria (Maria Madre di Dio), anche se a Roma compare propriamente come Festa sotto il pontificato di Sergio I nel VII secolo. Papa Leone IV nell’847 vi aggiunse una Vigilia ed un’Ottava. Prima del 630 d.C. questa Solennità veniva chiamata “Dormizione” o “Riposo”, termini molto appropriati e significativi per sottolineare che la morte della Vergine, preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato, non fu angosciosa, traumatica, tremenda ma, al contrario, fu un dolce, soave “addormentarsi in Dio”. Per quanto appunto riguarda la fine della B.V.Maria, S.Giovanni Damasceno († a metà dell’VIII sec.), uno dei grandi Padri della Chiesa, fornisce una narrazione estremamente suggestiva e teologicamente ineccepibile. Egli afferma che la salma della Madre di Dio sarebbe stata deposta nell’orto del Getsemani in presenza di tutti gli Apostoli, eccetto Tommaso che giunse il terzo giorno dopo la sepoltura; quando si aprì il sepolcro perché questo Apostolo potesse venerare il corpo della Vergine, non si trovarono che i lini profumati di aromi, per cui gli Apostoli dedussero che il Signore aveva assunto in Cielo il corpo che lo aveva generato. E’ evidente il parallelismo tra gli ultimi eventi della vita di Cristo e quelli di Maria a significare la strettissima relazione, logicamente non solo parentale, e l’intima unione spirituale tra il Signore e Sua Madre. Partecipe in vita degli avvenimenti che accaddero al Figlio, lo fu anche in morte.

05 agosto 2012

Bollettino parrocchiale: Domenica XVIII del tempo ordinario - 5 agosto 2012


Vangelo: Gv.6,24-35

Continua ancora S.Agostino: “A conclusione del miracolo misterioso, il Signore pronuncia un discorso con l’intenzione di nutrire quei medesimi che ha già nutrito; di saziare con le Sue parole le intelligenze di coloro dei quali ha saziato lo stomaco con i pani. Ma saranno essi in grado di comprendere? Se quelli non comprenderanno si raccoglierà il discorso perché non vada perduto neppure un frammento. Ci parli, dunque, e noi Lo ascolteremo. <Gesù rispose loro: in verità, in verità vi dico: voi mi cercate non perché avete veduto segni ma perché avete mangiato quei pani>. Voi mi cercate per la carne, non per lo spirito. Quanti cercano Gesù solo per i vantaggi temporali! C’è chi ricorre ai preti per riuscire in un affare; c’è chi si rifugia nella Chiesa perché oppresso da un potente; c’è chi vuole si intervenga presso un tale su cui egli ha scarsa influenza. Chi per una cosa, chi per un’altra, la Chiesa è sempre piena di gente siffatta. E’ difficile che si cerchi Gesù per Gesù. <Voi mi cercate non perché avete veduto dei segni, ma perché avete mangiato quei pani. Procuratevi non il nutrimento che perisce, ma il nutrimento che resta per la vita eterna>. Voi mi cercate per qualche altra cosa, dovete invece cercare me per me. Già comincia a suggerire l’idea che questo nutrimento è Lui stesso, come apparirà chiaro da quel che segue:<e che il figlio dell’Uomo vi darà>. Forse ti aspettavi di mangiare ancora dei pani, di poterti mettere nuovamente a tavola, d’impinguarti ancora. Ma Egli parla di <nutrimento che non perisce, che resta per la vita eterna>, come prima aveva detto alla Samaritana:<se tu sapessi chi è Colui che ti chiede da bere, forse ne avresti chiesto a Lui, ed Egli ti darebbe acqua viva> E all’osservazione di quella: Come fai se non hai neppure un recipiente ed il pozzo è profondo? Egli aveva risposto:<Se tu sapessi chi è Colui che ti chiede da bere, tu ne avresti chiesto a Lui, e Lui darebbe acqua viva, che chi ne beve non avrà più sete; mentre chi beve di quest’acqua avrà sete ancora>. E quella donna che era stanca di andare ad attingere, si rallegrò ed espresse il desiderio di ricevere quel dono, sperando che così non avrebbe più patito la sete del corpo. E così, attraverso quel dialogo, pervenne alla bevanda spirituale. Il Signore usa qui lo stesso metodo.


E’ con grande gioia che ci apprestiamo a festeggiare con solennità l’Assunzione della Beata Vergine Maria, Festa particolarmente importante ed ormai prossima. Anche quest’anno sarà presente tra noi il Coro di Oxford (U.K.) “Sonore Vocal Ensemble” che animerà come sempre in modo superlativo le varie celebrazioni liturgiche ed eseguirà la sera del 15 agosto il tradizionale concerto.